Beatrice Venezi, il direttore d’orchestra più giovane d’Italia: «Studiate tanto, ma ricordatevi di sbagliare» – Il video
Un’occhiata allo spartito, sguardo concentrato, bacchetta in su. Via. I violini iniziano a suonare, il pianista sposta veloce le dita sulla tastiera. La bacchetta magica di Beatrice Venezi sa quando far partire musica, quando è il momento per le note di accelerare e quando invece è ora che cali il silenzio. Lei è nata a Lucca, ha 29 anni ed è direttrice d’orchestra da quando ne aveva 22. Anzi è “direttore”, preferisce farsi chiamare così: «Non penso serva sottolineare il genere di un professionista». È la più giovane d’Italia, una delle più giovani del mondo. Niente frac. Venezi sul palco si veste sempre femminile. «Perché devo nascondere di essere donna?», chiede. Ma ammette che in Italia sulla parità c’è molto da fare: «A volte mi sento meglio all’estero, qui ci sono ancora dei pregiudizi». All’interno del teatro, assicura invece di essersi sempre sentita alla pari: «A volte mi capita di avvertire come un soffio di ostilità, ma quando si inizia a suonare in dieci minuti tutto sparisce. Lo studio e la preparazione vincono sui pregiudizi. L’orchestra è un mondo molto meritocratico». Oggi, 18 ottobre, esce il suo primo album: My Journey – Puccini’s Symphonic Works, realizzato insieme all’Orchestra della Toscana. «È un viaggio che parte dalla mia città, da Lucca, ma anche un omaggio al mio più illustre concittadino Giacomo Puccini. A lui sono legati tanti debutti importanti che ho fatto in giro per il mondo», ha detto Venezi. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei nella Fondazione Feltrinelli di Milano dove ha ricevuto il premio Leonia per l’Audacia 2019, istituito da Lamberto Frescobaldi.
Musica classica, millenial e il coraggio di sbagliare
Venezi dice di essere convinta che «la musica classica possa arrivare anche ai millenial perché le vibrazioni di un’orchestra non possono lasciarti indifferente. Ne ho le prove». Ma ammette con un sorriso: «La trap? Non la apprezzo particolarmente». Con coraggio, ama sperimentare e mischiare generi musicali. Dopo la premiazione, ha diretto un’esibizione insieme ai Cat Paradox unendo musica sinfonica ed elettronica in un incontro inaspettato. Venezi – scelta da Forbes come una dei 100 giovani under 30 leader del futuro – è convinta che con l’impegno, lo studio e la preparazione si possa arrivare dappertutto. Ai giovani consiglia di «studiare tanto», essere «pronti a fare rinunce», «non tirarsi mai indietro», ma anche di ricordarsi di sbagliare perché «il fallimento fa parte del successo». Lei stessa non è stata ammessa al conservatorio di Milano: «Non fui presa al biennio di specialistica in direzione d’orchestra».
«Bisogna conviverci, capita a tutti di sbagliare, avrai il momento di down e poi ripartirai, fa parte del ciclo. È nell’errore che c’è la crescita». Per quanto riguarda il premio Leonia per l’audacia, Venezi si dice molto lusingata dal riconoscimento: «Il premio Leonia porta il nome di una donna forte e innovativa. È un onore essere legata con un filo rosso a lei».
Leonia per l’audacia 2019 – Un premio giovane
Leonia nel 1878 vinse all’Expo di Parigi la medaglia d’oro per il suo vino prodotto a Pomino, vicino Firenze. «Leonia è venuta in Italia e ha messo in piedi un’attività per cui ha addirittura vinto un riconoscimento importante come quello dell’Expo. Per una donna, giovane, nel 1800 non è poco», spiega Lamberto Frescobaldi che ha deciso nel 2014 di istituire il premio dedicato alla sua trisavola. Da allora sono stati premiati in tanti: da Makkox a Samantha Cristoforetti, dallo chef Lorenzo Cogo a Kasia Smutniak.
«La scelta dei vincitori avviene sempre con un occhio attento ai giovani: abbiamo premiato spesso giovani e siamo sensibili a tematiche che possano interessare loro perché i ragazzi sono il futuro, sono la nostra linfa», conclude Frescobaldi prima di consegnare la targa a Beatrice Venezi «una donna, giovane, che è riuscita con l’audacia a raggiungere obiettivi importanti proprio come Leonia».
Video e montaggio: Vincenzo Monaco
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