La chat Whatsapp «Copriti o ti uccido» non è di Roberto Lo Coco e Giulia Lazzari
A seguito della morte di Giulia Lazzari è stato condiviso un post Facebook scritto da suo marito, Roberto Lo Coco, che condivideva una chat Whatsapp di una coppia in cui il fidanzato scrive alla sua ragazza che l’avrebbe uccisa se si fosse truccata o vestita in modo tale da attirare l’attenzione di un altro uomo.
“Strangolata dal marito, Giulia muore dopo 9 giorni di agonia. Lui le scrisse: «Copriti o ti uccido»“, titola Il Messaggero. “«Copriti o ti uccido». I messaggi su Whatsapp poi strangola la moglie“, scrive Il Gazzettino.
Il Giornale titola «”Fatti brutta, non salutare nessuno”: i folli messaggi di Roberto a Giulia»:
Lui, appresa la notizia, aveva dato alla consorte qualche direttiva assolutamente da rispettare su come comportarsi una volta fuori casa. “Non truccarti, fatti brutta, non aggiustarti i capelli, non salutare nessun maschio. Se quando esci dal supermercato qualcuno dice arrivederci, tu fa finta di non sentire perché non puoi rispondere a un maschio. Mettiti una felpa lunga e larga e un pantalone largo così non si vedranno le forme del tuo corpo”. E, infine, in coda al messaggio ecco una faccetta sorridente e un cuore rosso.
Lei, però, non ci sta e si arrabbia: “Ma perché fai così?”
, gli domanda aggiungendo un emoticon con una faccina arrabbiata che sbuffa. Roberto le risponde subito: “Perchè se ti fai bella ti guardano tutti… invece così no e io risparmio 30 anni di galera fatti per omicidio”. Una frase quasi profetica di quanto sarebbe accaduto quasi 3 mesi dopo. Oppure un’idea precisa che covava da tempo nel caso in cui i rapporti sarebbero deflagrati.
La pagina Facebook Noi Poliziotti per sempre scrive:
Echeggia per l’ennesimo caso di femminicidio quella frase, sempre la stessa: «Ti amo troppo, non sarai di nessun altro» e quei messaggi su whatsapp tristemente premonitori: «Copriti o ti uccido».
Insomma, ormai il messaggio Whatsapp è diventato virale ed è stato erroneamente ricondotto ai due ragazzi. In molti condividevano gli articoli riportandone i titoli:
Lo screenshot della chat era stato condiviso il 18 aprile 2016 nella pagina Facebook Il Ragazzo Psicopatico:
Uno screenshot che aveva pubblicato nel suo profilo Roberto, ma il primo dubbio che bisognava porsi era il fatto che lo screenshot non poteva essere quello del cellulare del ragazzo: il nome del contatto era «PrincipeMio» e nell’ordine delle risposte è ovvio che i messaggi con sfondo verde non potevano essere i suoi ma della presunta ragazza a cui era rivolto l’invito a coprirsi. Insomma, bastava conoscere minimamente come funziona la chat di Whatsapp per avere un primo dubbio.
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