Nazionalismo contro secessionismo, la protesta catalana divide il centrodestra italiano
La Catalogna divide anche gli italiani, in particolare le destre italiane sospese tra un nazionalismo sovranista e il regionalismo secessionista (ormai sempre più un ricordo, almeno per la Lega). Se per Giorgia Meloni, infatti, la causa indipendentista catalana rappresenta una minaccia, per la base (sopratutto veneta) della Lega rimane l’ideologia di riferimento, nonostante sotto la guida di Matteo Salvini il partito stia diventando sempre più “italiano” e sempre meno “padano”.
Giorgia Meloni contro la “minaccia” catalana
Nel silenzio generale del governo italiano sull’attuale crisi in Catalogna – dove, dopo le condanne dei leader indipendentisti sono scoppiate manifestazioni e proteste che vanno avanti da giorni- si alza una voce. È quella di Giorgia Meloni.
Su Twitter la leader di Fratelli d’Italia, oggi 21 ottobre, ha duramente condannato il separatismo catalano: «Le immagini che arrivano da Barcellona fanno male. Per noi secessionismo e globalismo sono due facce della stessa medaglia, entrambi puntano a distruggere la sovranità degli Stati nazionali. Per questo sosteniamo la battaglia degli amici di Vox per una Spagna unita e libera».
Potrebbe non pensarla allo stesso modo Luca Zaia, il presidente leghista della Regione Veneto che con lei ha condiviso il palco di piazza San Giovanni a Roma solo un paio di giorni fa. Nel 2017 Zaia non esitava a esprimere la sua solidarietà nei confronti del popolo catalano, denunciando quello che ai suoi occhi era un «attentato alla democrazia». Oggi sono i consiglieri della sua Regione ad aver preso posizione.
Nel corso di una seduta del 15 ottobre, il Consiglio regionale ha approvato con 27 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti la Risoluzione 122 dal titolo «Catalogna: no a prigionieri politici in Europa. La sentenza della Corte suprema spagnola mina le fondamenta della democrazia europea». Risoluzione presentata da Antonio Guadagnini (Partito dei Veneti), ma appoggiata da Lucian Sandonà (eletto nella lista Zaia) e due consiglieri della Liga Veneta-Lega Nord.
Quando Salvini era “catalano”
Anche al vertice del Carroccio c’è chi ancora sente però di dover tenere in alto la bandiera del secessionismo internazionale ed esprimere la propria vicinanza ai fratelli catalani. Come il senatore Roberto Calderoli il quale, in un post su Facebook, ha criticato magistratura e governo tacciando la Spagna, senza apparente ironia, di comportamenti anti-europei, contrari ai valori dell’Europa «dei diritti e delle libertà».
Lo stesso non si può dire dell’ex vicepremier Matteo Salvini che sembra aver perso il suo fervore separatista di qualche anno fa, come quando nel 2013, da poco diventato segretario leghista e all’indomani delle proteste a Barcellona, scriveva su Facebook: «Oggi sono un Cittadino di CATALOGNA!» e si diceva fiducioso perché «il Vento di Libertà non si ferma».
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