Migranti, manca poco al rinnovo dei patti con la Libia. Conte apre a revisioni
Mancano undici giorni al tacito rinnovo del discusso memorandum con la Libia stipulato nel 2017 dal governo Gentiloni e dal governo di salvaguardia nazionale di Fayez al-Serraj. Il premier Giuseppe Conte ha aperto alla possibilità che il Parlamento ridiscuta a breve i contenuti dell’intesa bilaterale.
«Stiamo valutando, faremo delle riunioni governative per valutare nel merito il prosieguo di questo accordo», ha dichiarato il presidente del consiglio. «Poi vedremo in piena trasparenza come comunicarlo e confrontarci col Parlamento».
Nell’ultima riunione tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, la revisione degli accordi con la Libia non era sul tavolo, e da parte dem si parlava di un intervento non prima di gennaio. Conte ha ribadito che l’esecutivo «non ha fatto ancora una riunione governativa», aggiungendo però che valuteranno «tutto alla luce degli aggiornamenti che ci sono stati dal momento in cui è stato adottato- Era il 2017».
Cos’è cambiato dal 2017
Dai tempi della stesura del piano Minniti, in cui veniva sancita la collaborazione tra autorità italiane e Guardia costiera libica, nonché il supporto – anche finanziario – dell’Italia ai campi di detenzione dei rifugiati e dei migranti, le carte in tavola sono cambiate.
In Libia è iniziata una guerra civile tra il governo di Tripoli e le forze armate della Cirenaica guidate dal generale Haftar, rendendo il Paese non più un porto sicuro dove ricondurre le persone soccorse in mare. In più, numerose inchieste giudiziarie e giornalistiche hanno dimostrato che l’operato della Guardia costiera libica non è in linea con il diritto internazionale e che, anzi, potrebbe essere artefice di crimini contro l’umanità.
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