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Manovra, slittano a luglio 2020 l’obbligo (e multe) sul Pos e limite al contante. Accordo sul carcere per gli evasori

22 Ottobre 2019 - 05:45 Redazione
Giuseppe Conte
Giuseppe Conte
Vertice notturno a Palazzo Chigi, il M5s ottiene lo slittamento a luglio dei due provvedimenti. Rimangono tensioni in maggioranza per flat tax e carcere ai grandi evasori

Dopo oltre due ore, si chiude un altro round sulla Manovra per la maggioranza giallorossa con un accordo. Dopo il via libera della scorsa settimana al testo “salvo intese”, le delegazioni di M5s, Pd, Italia Viva e Leu hanno trovato una sintesi su tetto al contante, obbligo del pos e carcere per gli evasori.

Obbligo del Pos

A proposito dell’obbligo per i commercianti di dotarsi del Pos per il pagamento dei clienti con il bancomat (pena una multa) sembra averla spuntata Luigi Di Maio.

L’entrata in vigore del provvedimento slitta al primo luglio 2020, a patto che ci sia nel frattempo «l’abbattimento dei costi sulle carte di credito e sulla moneta elettronica», secondo fonti di governo. «In questo modo non si criminalizzano i commercianti».

Per gennaio 2021 è previsto il superbonus “della Befana”, l’incentivo all’uso della moneta elettronica in chiave anti-evasione, con il quale saranno premiate le spese con le carte a partire da luglio 2020 con un sistema del cashback. Fonti di palazzo Chigi dicono che è ancora in via di definizione la lista delle spese coinvolte da questa sorta di sconto ritardato. Tra i commercianti coinvolti ci dovrebbero essere, oltre a parrucchieri ed estetisti, anche ristoranti, elettricisti, idraulici, oltre a officine per auto e moto ed elettrauto. L’obiettivo sarebbe quello di coinvolgere anche le visite mediche specialistiche, a cominciare dai dentisti.

La copertura su questa misura è di circa 3 miliardi, che si dovrebbe tradurre in un bonus tra i 300 e i 500 euro.

Così come per il pos, anche l’entrata in vigore del tetto al contante di 2mila euro (invece che gli attuali 3mila) slitta a luglio 2020.

Carcere agli evasori

C’è l’intesa anche sull’inasprimento del carcere per gli evasori e sulla confisca per sproporzione, sul modello di quella che si applica ai mafiosi. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, annuncia che si passerà «da un minimo di 4 anni a un massimo di 8 anni» di carcere per i grandi evasori partendo da una «somma evasa di 100mila euro».

Video Agenzia Vista

La stretta viene subito inserita nel testo del decreto fiscale ma con la postilla che le nuove norme entreranno in vigore non subito, ma solo dopo il via libera finale al decreto. Si garantirà così sia la certezza della pena, sia – come sottolinea Dario Franceschini – che «il Parlamento potrà approfondire tutti gli effetti e le conseguenze». Insomma, ancora ampio spazio al confronto.

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Ma Bonafede assicura di non temere modifiche e Di Maio festeggia l’intesa sulla norma di bandiera del M5s: «Finalmente tocchiamo gli intoccabili!». Un tema che certamente non mancherà di alimentare nuove discussioni all’interno della maggioranza più avanti.

https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/2549533948416469

Partite Iva

Il confronto sulla flat tax per le partite Iva prosegue nella maggioranza, ma almeno un accordo di massima c’è. Dovrebbe restare invariata l’aliquota del 15% per chi dichiara fino a 65 mila euro, in regime pienamente forfettario.

Sul punto restano però ancora da chiarire i criteri per l’accesso a questo tipo di regime fiscale, innanzitutto con la definizione di un tetto alle spese per gli investimenti.

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