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«Basta strumentalizzazioni, mi dimetto»: Sandro Gozi lascia l’incarico nel governo francese

23 Ottobre 2019 - 19:39 Redazione
Secondo inchieste giornalistiche, Gozi continuava ad avere contratti di consulenza anche con il primo ministro maltese Joseph Muscat, oltre ai rapporti attuali con il governo francese

«Sono di nuovo oggetto di rivelazioni di stampa che hanno come unico intento quello di minare il mio impegno e le mie nuove attività professionali. Per questa ragione ho preso la decisione di dimettermi da subito». Con queste parole Sandro Gozi annuncia la scelta di lasciare la sua funzione di incaricato di missione per il primo ministro francese, Édouard Philippe.

La decisione dell’ex sottosegretario agli Affari europei dei governi Renzi e Gentiloni arriva dopo le rivelazioni di Le Monde e del Times of Malta secondo le cui inchieste Gozi continuava ad avere contratti di consulenza anche con il primo ministro maltese Joseph Muscat, oltre ai rapporti attuali con il governo francese.

E proprio a proposito di queste rilevazioni di stampa, Gozi risponde nel merito in una nota per tentare di chiarire la sua posizione di fronte all’opinione pubblica:

«Ho svolto legalmente una missione come consulente tecnico esterno delle autorità maltesi, che ha avuto luogo a posteriori rispetto alla mia funzione ministeriale in Italia ed è stata interrotta su mia richiesta a seguito della convalida del risultato delle elezioni europee in Francia, il 28 maggio come confermato oggi stesso dall’amministrazione maltese.

Inoltre, l’attività consultiva prestata, svolta in piena trasparenza, sulla base di riconosciute e specifiche competenze, era comunque priva di ogni potenziale incompatibilità con l’incarico ricevuto successivamente dal governo francese».

Le ragioni alla base delle dimissioni

«Poiché non intendo vedere minata l’integrità della mia carriera e il mio impegno costantemente sfidato da vili attacchi senza essere in grado di difendermi completamente – spiega Sandro Gozi – ho scelto di dimettermi per riguadagnare la piena libertà di parola e rispondere alle strumentali accuse che mi vengono rivolte».

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