Champions, Lautaro fa godere l’Inter. Mertens supera Maradona, ma il Napoli ringrazia San Meret
Un mercoledì sera di goduria in Champions League per le italiane. L’Inter trova la sua prima vittoria stagionale in Europa piegando 2-0 (Lautaro Martinez 22′, Candreva 89′) il Borussia Dortmund, appaiandolo al secondo posto del girone alle spalle del Barcellona. Conte ringrazia El Toro, che sbaglia però un rigore a dieci dal termine, Candreva (contropiede micidiale) e Handanovic (due super interventi); Ancelotti fa lo stesso con Meret che protegge il 2- 3 del Napoli a Salisburgo. Dove Mertens entra nella storia. Apre il belga (17′), pareggia su rigore Haaland (40′, ingenuo Malcuit), poi ancora Mertens (64′), segnando il 116esimo gol in maglia azzurra: superato tal Diego Armando Maradona (il leader è Hamsik con 21). Storia e timori perché la difesa del Napoli è altrove, Koulibaly si perde il solito Haaland e l’attaccante del Salisburgo fa doppietta. La risolve il neoentrato Insigne su assist di Mertens (73′). Il vero protagonista della partita è, però, il portiere di Ancelotti: almeno quattro miracoli che consentono al Napoli di confermare il primo posto davanti al Liverpool e di poter chiudere i giochi qualificazione vincendo la prossima gara al San Paolo contro gli austriaci.
Il Toro vede giallonero
La apre nel primo tempo Lautaro Martinez sul primo e unico squillo di un primo tempo in cui il Borussia palleggia, ma solo con i centrali difensivi, e l’Inter, sempre priva di Sensi, viaggia col freno a mano tirato e solo sulla fascia di un buon Candreva. Poi, il lancio di De Vrij, il controllo e il tiro volante sul filo del fuorigioco di Lautaro Martinez. Che, con la benedizione delle griglie della Var, fa esplodere San Siro. E la sua valutazione. Nonostante il rigore calciato male nel finale, e che poteva risultare caro.
Lautaro, il nuovo diez?
Forse è presto, ma non certo azzardato dire che l’Inter potrebbe aver trovato un futuro fuoriclasse. A 22 anni Lautaro Martinez è uno di quelli che sconfessa la politica del ‘Vediamo se crescerà’. El Toro è già cresciuto. E’ arrivato al quinto gol consecutivo: uno a testa a Barcellona, Juventus e Dortmund (non tre a caso); due al Sassuolo. E il rigore sparacchiato in serata darà comunque poco fiato a chi gli si contestava un eccesso di opacità sotto porta. L’argentino è la polizza alla quale l’Inter si affida quando la verve di Sensi è cancellata dall’infortunio e la visione di Brozovic è coperta da marcatura stretta. Lautaro è un rifinitore che fa pure il bomber. E quando De Vrij, come a Reggio Emilia, arriva sulla trequarti da vice-Brozovic e recapita un pallone d’oro, Lautaro sa già dove andare, quando partire, come calciare. Nuovo fenomeno? I dati s’impennano, il Barcellona lo ritiene l’erede di Suarez. L’Inter sa di avere tra le mani un potenziale clamoroso. E nessuno parla più di Mauro Icardi (che, a sua volta, sta facendo bene al Psg).
Il Napoli si gode Meret
Tutti ne parlano, forse nessuno abbastanza. Nel Napoli che sogna Ibrahimovic e cerca di valutare se e come potranno restare Mertens e Callejon, c’è una sicurezza tra i pali: Alex Meret, anni, 22, come Lautaro, è oggi con Fabian Ruiz e Koulibaly, e forse più di Insigne, il giocatore più ‘internazionale’ del Napoli. A Salisburgo, nel primo tempo, se la barca azzurra non affonda il merito è suo. Almeno quattro parate da fenomeno, che si sommano a quelle già messe in vetrina in campionato. Se continua così, Meret diventa una risorsa per tutti. Anche per l’Italia, dove attualmente è ‘terza scelta’ dopo Donnarumma e Sirigu. Per quanto ancora?