Il video dei soldati turchi che decapitano due cadaveri curdi – Analisi del filmato
Ci avete segnalato un video piuttosto cruento in cui si vedono quelli che vengono presentati come soldati turchi nell’atto di decapitare due cadaveri, verosimilmente del Pkk, il Partito dei lavoratori curdi.
Dopo il cessate il fuoco del 20 settembre scorso al confine tra Turchia e Siria, condivisioni in cui si vedono scene del genere possono avere una certa viralità, soprattutto se i testi utilizzati nelle fonti di partenza sono scritte in linguaggi ancora piuttosto esotici per molti.
Questo è il contesto in cui si inserisce il filmato – o viene inserito da chi lo mette in circolazione – quello del giro di vite di Recep Tayyip Erdogan nei confronti dei curdi al confine con la Siria.
Chiariamo fin da subito che poche cose nella clip sono state finora accertate: non solo la data e il luogo, ma anche l’effettiva appartenenza dei militari e dei cadaveri.
Analisi del filmato
Andando a ritroso in rete possiamo notare che la data di caricamento non sembra essere stata scelta a caso, quasi tutte risultano pubblicate il 23 settembre. Lo stesso giorno nel 2017 venivano uccisi i soldati turchi Turgut Kurtçu e Efe Osman Apaydin, durante degli scontri coi militanti del Pkk, venendo così dipinti come martiri.
Non fidandoci delle traduzioni proposte nei diversi siti che hanno fatto circolare la clip, abbiamo contattato alcune fonti turche, le quali confermano di sentire dei discorsi che fanno pensare a un “rito” volto a vendicare qualcuno o qualcosa.
I militari parlerebbero di come vorrebbero pubblicare il filmato: meglio trasmettere il video tramite Bluetooth «da dispositivo a dispositivo», per poi distribuirlo mediante terzi su WhatsApp, poi nei vari siti web.
Un filmato integrale è stato postato su Memri Tv (organo del Middle East Media Research Institute), con una traduzione dei dialoghi in cui vengono riportati anche i nomi di Kurtçu e Apaydin. Le nostre fonti non hanno saputo distinguere i nomi dei militari citati, anche se l’audio non è di ottima qualità. Su Vk la stessa clip riporta il watermark di un sito aggregatore di filmati violenti e pornografici.
Dopo la traduzione abbiamo chiesto alle nostre fonti (consultate unilateralmente), cosa gli facevano venire in mente i nomi “Kurtçu” e “Apaydin”, confermandoci la narrazione sui martiri.
Infine, abbiamo comparato le divise che vediamo addosso ai militari con quelle che in rete vengono indicate come regolari nell’esercito turco. Il passaggio dai dispositivi alla rete rende difficile risalire ai metadati, impedendo di stabilire data e luogo.
L’assenza di un contesto verificabile con certezza, rende difficile stabilire quale interpretazione dare al filmato, a parte quel che ci trasmette il cinismo di chi lo ha fatto circolare in rete.
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