Che fine ha fatto la Pd App? La rivoluzione tecnologica dei dem è sparita dagli store
C’è chi giura di averla vista aggiornando le varie app del proprio smartphone. Lo stesso segretario, Nicola Zingaretti, il 23 ottobre ha annunciato sui social: «Con la nuova app parte l’iscrizione alla comunità dei democratici in forma diretta e digitale. Oggi ne abbiamo discusso con i segretari regionali. Ora consultazione per raccogliere idee in tutta Italia». Ma oggi, il 24 ottobre, né sul sistema iOS né su Android è possibile scaricare la Pd App.
Sul sito del Partito democratico, in fondo all’homepage, sarebbero ancora attivi i link per scaricarla. Cliccando sulla mela di Apple, però, si viene indirizzati allo store online dove compare un laconico “App non disponibile”.
Su Google Play, invece, il link dal sito ufficiale del partito rimanda alla vecchia app Pd Bob: non una bella vetrina, viste le tantissime recensioni che segnalano malfunzionamenti. Anzi, è rappresentativa la foto di anteprima dell’app su Google Play: c’è un sorridente Barack Obama accanto a Matteo Renzi, leader ormai di un altro partito. Ironia, nostalgia o presa di coscienza che «la rivoluzione del secolo», per dirla come il ministro Francesco Boccia, non è nelle corde del Pd?
Non certo le note di comicità raggiunte qualche mese fa dal “Vinci Salvini”. Ad ogni modo, fu Renzi, dopo la sconfitta al referendum del 4 dicembre 2016, a lanciare la piattaforma Bob, la prima app del Pd. Adesso i dem ci riprovano: Francesco Boccia, in un’intervista a Repubblica, aveva caricato le aspettative di tutti: «È la rivoluzione del secolo. Me lo dico da solo, ma sono troppo fiero di quello che abbiamo fatto».
Per utilizzarla (quando sarà disponibile) bisognerà iscriversi al costo di 1 euro al mese. «Entro il 15 ottobre saremo in rete – aveva assicurato Carlo Guarino, consigliere digitale del Pd -. Non ci sarà subito tutto quello che abbiamo pensato. Cominciamo con l’iscrizione online e l’agenda degli appuntamenti. In un mese andremo a regime».
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