E.L., finali amari per le romane: il Celtic gela la Lazio 2-1. Roma raggiunta da un rigore inventato
Un giovedì di Europa League da dimenticare per Roma e Lazio. Dopo il pari con polemiche dei giallorossi contro il Borussia M, tocca alla squadra di Inzaghi bere il calice amaro della beffa negli ultimi minuti. Al Celtic Park i padroni di casa vincono 2-1 in rimonta. Il primo gol di Lazzari in maglia biancoceleste è capovolto nel secondo tempo dalle reti di Christie e, al 90′, di Jullien. Nel finale, con le due squadre che colpiscono un palo a testa, miracolo del portiere degli scozzesi Forster su Cataldi. Il Celtic, che la vince col ritmo e sfruttando alcuni passaggi a vuoto della Lazio, si conferma primo nel girone, ora sono 4 i punti di margine sugli uomini di Inzaghi.
La Roma e il torto subito
Resta difficile pronunciare, ancor di più scrivere, il nome del Borussia Moenchengladbach. Alla vigilia, e con la situazione infortuni a volteggiare come il peggiore sciacallo, non era facile neanche battere i tedeschi. E, infatti, non è successo. La rabbia è il perché, il come.
E la Roma, passata in vantaggio grazie ad una rete di Zaniolo (33′), di rabbia ne schiuma tanta per il clamoroso rigore assegnato e realizzato dagli ospiti con Stindt al 95′. Una topica clamorosa, e non rivedibile al Var (non previsto ad oggi in competizione), dell’arbitro Collum, visto che Smalling rimpalla con il viso il pallone della disperazione lanciato in avanti dai tedeschi, fino a quel momento pericolosi solo con una traversa nel primo tempo. La beffa è atroce.
L’esperimento
Fonseca, che alla vigilia aveva ‘denunciato’ l’impossibilità di migliorare le prestazioni con una infermeria così piena, non ha rinunciato al suo 4-2-3-1. La buona notizia è che Mancini, inventato centrocampista, regge alla grande. La cattiva, se così la si vuole interpretare, è che l’allenatore si dimostra forse troppo integralista. Non se l’è sentita, Fonseca, di virare sul 4-3-3 o di sperimentare la difesa a 3. E non si dica che i numeri non servono perché altrimenti si svilirebbe la figura stessa di allenatore.
Core de mamma
In una gara che ha fatto spettacolo soprattutto sugli spalti, erano 6mila addirittura i tifosi tedeschi, la scena se l’è presa, oltre all’arbitro e agli assistenti, anche Nicolò Zaniolo.
E non sembra un caso, più che altro una nemesi, che lo stacco vincente sia arrivato nelle ore in cui si vive l’esaltazione (meritata) dell’interista Esposito, quasi opponendolo alla parabola discendente (o comunque non più in ascesa verticale) del buon Nicolò. Che ha risposto col gol, facendo esplodere la gioia di mamma che si era precipitata sui social a difendere il figlio dopo qualche critica ritenuta di troppo. L’Olimpico tribuna una ovazione. E, a fine gara, sonori fischi all’arbitro Collum. La Roma resta prima, con 5 punti, ma per la qualificazione bisogna ancora lottare
Foto di copertina Ansa