Migranti, parlamento europeo spaccato. Bocciata per due voti la risoluzione pro-Ong
Gli eurodeputati, riuniti in una seduta plenaria a Strasburgo per votare una serie di risoluzioni politiche per stabilire dei paletti guida sui come organizzare il soccorso e l’accoglienza nel “mare di mezzo”, hanno bocciato per soli due voti una risoluzione presentata dalla commissione Libertà civili dopo l’audizione di Carola Rackete.
Sconfitto quindi il blocco progressista – composto da Socialisti e Democratici, Liberali di Renew Europe, Verdi e sinistra del Gue – intento ad appoggiare il testo che proponeva il superamento dei trattati di Dublino per il ricollocamento dei migranti e, soprattutto, di archiviare il modello di “Fortezza Europa”, che evoca l’idea di un continente militarizzato e chiuso all’esterno.
Il fronte progressista invitava gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi delle Ong, chiedeva all’Ue di terminare la criminalizzazione delle loro attività di assistenza in mare. Chiedeva, inoltre, di avviare una missione di salvataggio Ue coordinate da Frontex o una serie di operazioni internazionali, nazionali o regionali, finanziate però con il contributo della Commissione Ue.
La posizione del Ppe
Dall’altro lato, c’è una risoluzione presentata dal Partito Popolare Europeo di centrodestra, il più grande nel parlamento europeo, a cui appartiene anche la nuova presidente della commissione Ursula von der Leyen. Tra i due blocchi l’unico punto di vero contatto in questo caso è la volontà di ribadire – a parole – l’obbligo del soccorso in mare.
Il Ppe propone di lasciare inalterati alcuni punti cardine dell’attuale sistema. Nel farlo, si affida, in un’alleanza inedita per questa legislatura, all’appoggio del blocco sovranista – tra cui anche la Lega – che non aveva votato a favore della nuova presidente.
Nonostante gli scandali che continuano ad emergere riguardo la composizione e i metodi della cosiddetta “guardia costiera libica” – come la recente inchiesta di Nello Scavo per conto di Avvenire sul trafficante libico “Bija” – il Ppe vuole continuare la cooperazione con i libici per intercettare, rimpatriare e riportare i migranti nei centri di detenzione libici, denunciati anche dalle Nazioni Unite per le condizioni considerate inumane.
L’emendamento dei 5 Stelle
Juan Fernando Lopez Aguilar a nome della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni aveva presentato un emendamento alla proposta di mantenere i porti aperti, che puntava a “tutelare” il decreto sicurezza, invitando gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti «in linea con le pertinenti convenzioni internazionali e altre norme applicabili».
La risoluzione è stata superata da una risoluzione a favore dei porti aperti presentata da Renew Europe. Nei documenti visionati da Open i seguenti nomi di eurodeputati erano associati alla risoluzione: Isabella Adinolfi, Tiziana Beghin, Fabio Massimo Castaldo, Ignazio Corrao, Laura Ferrara, Mario Furore, Eleonora Evi, Dino Giarrusso, Chiara Gemma, Sabrina Pignedoli, Piernicola Pedicini, Daniela Rondinelli, Rosa D’Amato e Marco Zullo.
I parlamentari m5s hanno deciso di astenersi.
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