Umbria, Salvini: «Conte? Il principe delle supercazzole. Domenica lezione di democrazia» – Il video
«Non sarà una domenica come le altre. L’aspetto come i bimbi aspettano Natale. Sarà ricordata come festa dell’orgoglio umbro». Sono queste le parole del leader della Lega Matteo Salvini nella serata del comizio di chiusura della campagna elettorale delle elezioni regionali in Umbria.
«La vittoria in Umbria è solo l’inizio di una marcia di democrazia che porterà a vincere tutte le Regionali fino al Veneto – dice dal palco di Terni Salvni – e poi li mandiamo a casa e torniamo al governo».
L’attacco a Conte
Con una buona dose di sarcasmo, il leader del Carroccio si riferisce poi al presidente del Consiglio che – al momento, dati i costanti attacchi a distanza – sembra essere diventato il suo peggior nemico.
Dal palco umbro, Salvini chiama Conte «il principe delle supercazzole» perché «al Tg5 è riuscito a dire: “non sono qua per campagna elettorale”». E dunque ironizza: «No, stava andando a Berlino, si è fermato in Autogrill e ha incontrato Zingaretti e Di Maio. E hanno approvato il decreto terremoto a pochi giorni dal voto».
«Domenica gli diamo una lezione di democrazia – aggiunge sicuro del risultato il leader della Lega -. Vi do la mia parola, al governo del Paese ci torniamo dalla porta principale. Con il voto degli italiani».
Questione migranti
«Oggi al ministero dell’Interno il mio successore ha convocato le Ong. Me li vedo al tavolo del ministero – dice Salvini riferendosi alla ministra Luciana Lamorgese -. Cambiano i tempi, io convocavo poliziotti ed esercito per difendere i confini del mio Paese… Quando torniamo al governo i confini non li controlliamo, li sigilliamo».
Sulla proposta di Grillo
Nel corso del comizio Salvini ha anche dato del “cretino” a Beppe Grillo rispetto a una delle sue ultime proposte: «Solo un cretino come Grillo poteva pensare di togliere il voto agli anziani».
La frecciata a Zingaretti
Il leader della Lega ha anche scherzato sull’affluenza al comizio del segretario del Partito democratico: «Siamo tanti… quasi quanti quelli che c’erano da Zingaretti, decina più decina meno. Vabè, non guardo in casa d’altri».
Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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