Finti corsi sanità, la fidanzata del giovane suicida: «Ora in paese accusano me che denunciai la truffa»
Francesco Tripaldi, 47 anni, si è tolto la vita una mattina di oltre quattro anni fa dopo aver scoperto che il corso di formazione per operatori socio sanitari (Oss), sul quale aveva investito tutti i suoi risparmi, non era altro che una truffa. E quindi il titolo di studio ottenuto sarebbe stato falso.
I Nas di Napoli, pochi giorni fa, hanno arrestato sei persone fra Calabria e Campania: l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso. Reati commessi fra il 2015 e il 2017.
Un fatto che si è verificato nel febbraio 2015 a Cosenza e del quale oggi, sulle pagine di Repubblica, parla la fidanzata dell’epoca della vittima che, però, ha chiesto l’anonimato.
Il motivo? È stata lasciata da sola dai suoi concittadini, da chi come lei e Francesco si erano iscritti a quel corso sperando di trovare un lavoro. Quel lavoro che spesso al Sud manca. «Sono stata isolata, insultata e ostracizzata» per aver acceso i riflettori sulla fabbrica di falsi diplomi che aveva scommesso anche su Trebisacce, piccolo comune di 9mila abitanti nel Cosentino.
«Quando hanno iniziato a far slittare gli esami di settimana in settimana ci siamo insospettiti. Poco dopo abbiamo scoperto che era tutta una farsa, eravamo imbestialiti» ha raccontato. Così la decisione di denunciare tutto: «Lo dovevo a Francesco, merita giustizia, non è stato facile. Gli altri corsisti mi hanno fatto terra bruciata attorno. Anche adesso ho paura perché molti di quelli che hanno deciso di prendere comunque il diploma stanno perdendo il lavoro e c’è chi pensa che sia per colpa mia. Non mi pento di quello che ho fatto».
Francesco, come ricostruisce Repubblica, era un perito chimico-biologico, lo avevano assunto in un laboratorio a Firenze, poi non gli avevano rinnovato il contratto. Così aveva deciso di ritornare nel suo paese. Aveva fatto anche il vigile urbano e il netturbino.
Le indagini
Grazie alle loro denunce, sono cominciate le indagini che hanno portato all’arresto di due dipendenti dell’Asp di Cosenza e di quattro imprenditori. Un sistema nel quale sono stati reclutati giovani, al prezzo di 2mila euro a testa, offrendo un corso che, in realtà, sarebbe consistito solo in un paio di incontri nella sede dell’Ospedale Chidichimo di Trebisacce, migliaia di quiz da imparare a memoria e qualche simulazione prima dell’esame.
Formalmente gli studenti frequentavano le lezioni nelle scuole accreditate presso la Regione Campania svolgendo 450 ore di tirocinio in due case di cura, estranee alla truffa. Strutture che, però, non sapevano nulla di questi corsisti. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati elargiti 291 titoli, sequestrati dai carabinieri dei Nas insieme ai 570mila euro incassati dai due dipenenti dell’Asp e da quattro imprenditori.
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