La Juve frena a Lecce (1-1): due rigori, polemiche Var e tante occasioni sciupate
La trappola temuta alla vigilia da Sarri è scattata, ma non c’entra il caldo. La Juve sbaglia molto e non va oltre l’1-1 a Lecce. Succede tutto nei primi 10′ della ripresa: prima il rigore di Dybala (50′) contestato dai giallorossi, poi il pareggio, sempre dagli 11 metri, di Mancosu (56′) per il quarto fallo di mano in stagione di De Ligt.
La Juve, che colpisce sull’1-1 un palo con Bernardeschi, aveva protestato nel primo tempo per un contatto Emre Can-Tachtsisdis non fischiato dall’arbitro e non revisionato dal Var. Per il Lecce primo punto interno della stagione. La Juventus si ferma dopo cinque vittorie consecutive. E ora l’Inter (-2) può tentare il sorpasso in vetta.
Incasso e pressing
La filosofia del Lecce, cercare di fare qualcosa di propositivo nella metà campo avversario, è applicata anche alla Juve, per quanto solo nei primi minuti. Pressing feroce sui portatori, ritmi indiavolati e pure una bomba centrale di Majer attutita da Szczesny: la conferma che i salentini non si accontentano del super-incasso da 850mila euro e vogliono essere sgarbati con la Signora.
Dominio senza reti. Berna opaco
La Juve subisce fisicamente l’approccio, poi si prende il dominio e il totale possesso del gioco. Con delle pecche, però. L’assenza di Ronaldo spedisce Bernarderschi a fare il trequartista alle spalle di Dybala e Higuain, ma il ’33’ non sembra in giornata. Sbaglia un controllo in area, si mangia un mezzo gol, non trova la posizione. D’altronde, di partenza non è il suo ruolo naturale, anche se dall’ex Fiorentina ci si aspetta a prescindere di più.
Il rigore chiesto dalla Juve
E così la Juve, con Emre Can preziosissimo in fase di interdizione, deve affidarsi alle combinazioni Higuain-Dybala (Gabriel è fenomenale sulla Joya), dopo aver a lungo protestato per un contatto Emre Can-Tachtsidis su cui Valeri lascia correre (e il Var non ritiene ci sia il grave errore per richiamare l’arbitro).
Il rigore dato alla Juve
Le occasioni non mancano, alla Juve viene anche la mezza paura di incappare in una trappola simile a quelle piazzate, ed eluse in extremis, da Brescia, Verona, Bologna e Lokomotiv Mosca.
Al 5′ della ripresa, però, un altro episodio chiave. Petriccione, pettinato come Modric, contende in scivolata un pallone a Pjanic. Valeri fischia punizione (già questa contestata dal Lecce), ma richiamato dal Var verifica che il contatto è interno all’area e indica il dischetto. Dybala è perfetto. Ancora lui: terzo gol consecutivo dopo la doppietta Champions alla Lokomotiv Mosca.
Quarta ‘mano’ di De Ligt
Dura 5 minuti perché il Lecce ha il cuore grande e la rivoluzione dentro. Un pallone pazzo rimbalza sulla mano di De Ligt (che aveva già precedenti con Inter e Bologna, oltre a uno in Olanda-Germania di settembre), ma qui Valeri non ha dubbi. Rigore. Mancosu è eccellente, spiazza Szczesny e fa 1-1.
La reazione della Juve, che butta dentro Cuadrado per Danilo, fa tremare il palo di Gabriel quando Alex Sandro fa il play, Bernardeschi fa tutto benissimo, ma calcia sul legno. La sfortuna accompagna e tocca anche Pjanic: guaio muscolare, entra Khedira con Bentancur spostato al centro. L’occasione d’oro capita a Bonucci che, a due metri da Gabriel, alza sulla traversa.
E’ un assedio nel quale il Lecce, elmetto in testa, resiste a oltranza e con l’infortunato Mancosu praticamente in campo per opera stoica. Come stoico è il pari dei salentini con Gabriel che spegne al 96′ l’ultimo diagonale di Higuain. La sorpresa è servita. E ora l’Inter, impegnata alle 18 contro il Parma a SAn Siro, può provare a rioprendersi la vetta.