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Omicidio Sacchi, l’amico che ha avvisato la famiglia di Valerio Del Grosso: «Non era giusto coprirlo. Ha sbagliato, deve pagare»

27 Ottobre 2019 - 10:40 Redazione
«Sono sicuro che Valerio si sarebbe costituito ma è stata una cosa normale, che dovevamo fa'?», dice Manuel

Si aggiungono nuovi dettagli alla dinamica dell’omicidio di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 23 ottobre, attorno alle 23.20, nel quartiere Appio Claudio di Roma. E si aggiungono nuove testimonianze, mentre gli inquirenti delineano il quadro delle indagini e il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo di Valerio Del Grosso – che sarebbe l’autore materiale dello sparo, con una calibro 38 – e di Paolo Pirino. Entrambi sono accusati dell’omicidio.

Quella sera «mi ha cercato lui, voleva parlarmi. Mi ha detto quello che aveva fatto, e io non ho chiesto spiegazioni perché neanche ci credevo per quanto non me l’aspettavo», dice in un’intervista al Messaggero Manuel Incani, che si definisce il miglior amico del 21enne Valerio Del Grosso. «Valerio é un mio amico e lo resterà per sempre perché gli voglio bene. Quello che ha fatto è una cosa sbagliata e la pagherà». Qualcosa di inaspettato per Manuel. Qualcosa che non si riesce a spiegare.

Gli amici e la famiglia

È stato Manuel a sapere dallo stesso Valerio cosa era successo quella sera. «Ho fatto una cretinata. Ho sparato a quel ragazzo», avrebbe detto Valerio all’amico. Ed è stato sempre lui – dopo essersi confidato a sua volta con un altro amico, Cristian Bertoli – a decidere poi di avvisare la famiglia Del Grosso tramite il fratello di Valerio, Andrea. Saranno proprio i genitori e l’altro figlio a presentarsi in questura per denunciare il ruolo di Valerio in quello che sapevano essere successo quella notte.

«Sono sicuro che Valerio si sarebbe costituito ma è stata una cosa normale, che dovevamo fa’?», dice ancora Manuel nell’intervista. «O andavamo in Questura o andavamo dalla famiglia e abbiamo deciso di parlare con la famiglia. Lo sapevamo quale sarebbe stata la fine ma era giusto così. Mi sono sentito in dovere con Cristian di avvisarli».

Fiori sul luogo dell’agguato a Luca Sacchi in via Teodoro Mommsen a Roma, 24 ottobre 2019. ANSA/Massimo Percossi

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