Pavia, maestra denuncia maltrattamenti su un’alunna e viene sospesa dalla preside della scuola
Una maestra di una scuola elementare della provincia di Pavia ha notato che una sua alunna, durante l’anno scolastico scorso, si presentava sempre più spesso in classe con segni di lividi sul corpo, oltre ad avere frequenti crisi di pianto in classe. La docente si è allora rivolta alla preside dell’istituto, ma per mesi non ha ricevuto risposta. Gli episodi si sono ripetuti più volte ma, malgrado le richieste di intervento rivolte alla preside, l’insegnante non ha mai ricevuto risposte.
Allorché la maestra, dopo l’ennesimo caso, ha deciso di prendere in mano la situazione e di sporgere denuncia alle forze dell’ordine, per poi passare al tribunale dei minori. Ma la denuncia della maestra le è costato un provvedimento di sospensione di un giorno (non retribuito) da parte della preside dell’istituto nel pavese, con l’accusa di aver violato un segreto d’ufficio e arrecato un danno d’immagine alla scuola.
La docente si è allora rivolta al tribunale di Pavia per chiedere la revoca della sospensione, commentando amaramente la decisione della dirigente dell’istituto. «Assurdo – spiega la maestra in un’intervista a La Provincia Pavese – per me la bambina era in pericolo. Dobbiamo sempre aspettare le tragedie? Ho agito secondo coscienza».La giudice del tribunale di Pavia Donatella Oneto, dopo aver esaminato il caso, ha sollecitato la scuola (in cui, nel frattempo, si è insediata una nuova preside) a revocare la sospensione alla docente, nonché a corrispondere 75€ di mancato pagamento per la giornata di lavoro.
La bambina, a seguito delle denuncia della maestra, è stata affidata temporaneamente alla nonna, in attesa che venga fatta luce sulle presunte violenze domestiche. I sindacati, dal canto loro, si sono immediatamente schierati a fianco della docente, puntando il dito contro l’ex dirigente della scuola- «Con questi provvedimenti – spiega Luigi Fiore della Uil – si alimenta l’omertà, inducendo i colleghi dell’insegnante sospesa a non seguire questo esempio e a tacere nel caso in cui vengano a conoscenza di episodi gravi».
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