Brexit, Corbyn accetta la sfida di Johnson e dice sì alle elezioni anticipate (ma manca una data)
Anche Jeremy Corbyn è d’accordo. Dopo il partito nazionale scozzese (SNP) e i liberal-democratici, pure il leader dei laburisti ha aperto alla proposta di Boris Johnson di tornare alle urne al più presto, nonostante la Camera dei Comuni proprio ieri abbia respinto la mozione presentata dal premier Boris Johnson per ottenere le elezioni politiche anticipate il 12 dicembre.
Corbyn e il vincolo del “no deal” Brexit
Dopo la notizia, data inizialmente dalla BBC, è arrivata anche la conferma di Corbyn. «Io ho costantemente detto che noi eravamo pronti alle elezioni a patto che una Brexit “no deal” fosse fuori dal tavolo», ha spiegato il leader dei laburisti facendo riferimento alla proroga per la Brexit fino al gennaio del 2020 offerta dall’Unione europea e poi accettata dal governo britannico. «Ora noi abbiamo saputo dall’Ue che l’estensione dell’articolo 50 (sull’uscita del Regno dal club dei 27) è confermata fino al 31 gennaio 2020, per i prossimi tre mesi. E quindi la nostra condizione è soddisfatta». «Intendiamo lanciare adesso la più radicale campagna di cambiamento del Paese che si sia mai vista», ha concluso Corbyn.
Incertezza sulla data e il voto in parlamento
Per il momento però non è ancora chiaro quando si terranno le elezioni. Per capire quando avverranno si aspetta un nuovo voto nella Camera dei comuni di oggi, martedì 29 ottobre. Sia il Partito nazionale scozzese, sia i liberali democratici hanno espresso una loro preferenza per il 8 dicembre. La BBC cita fonti del governo che avrebbero indicato l’11 dicembre come data gradita. Si tratta della quarta volta che Johnson propone al parlamento di tornare alle urne da quando è stato nominato primo ministro a luglio di quest’anno, dopo l’uscita di scena di Theresa May. In precedenza però le mozioni di Johnson hanno sempre richiesto una maggioranza di due-terzi per passare, mentre in questo caso basterà che la metà più uno dei deputati la approvi.
I sondaggi
Johnson, forte dei sondaggi che danno i conservatori al 35% (con circa 10 punti di vantaggio rispetto a Labour), punta a vincere le elezioni con un margine che gli permetterebbe di far approvare il più velocemente possibile il suo accordo sulla Brexit dal parlamento, portando il Regno Unito fuori dall’Unione europea prima della scadenza del 31 gennaio 2020. Le ultime elezioni generali nel 2017 erano state vinte dai conservatori con un margine di circa 2% sui laburisti. Negli ultimi due anni è cresciuto notevolmente il consenso dei liberal democratici (di circa 10 punti percentuali), che adesso appoggiano le elezioni nella speranza di aumentare la loro presenza nel parlamento e bloccare la Brexit.
Leggi anche:
- Brexit, niente elezioni anticipate il 12 dicembre: respinta la mozione Johnson
- Brexit, L’Ue accetta la proroga fino a gennaio 2020
- Brexit, Johnson chiede elezioni anticipate il 12 dicembre
- Brexit, fonti Ue: «Ok alla proroga ma la durata è da discutere»
- Brexit, è ufficiale: la Gran Bretagna al voto il 12 dicembre
- Brexit, l’addio all’Ue slitta a gennaio 2020. Johnson (a caccia di voti) chiede scusa al suo partito