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Influencer invocò Hitler durante il Pride. Il pm respinge denuncia contro chi la insultò: «Li ha provocati»

29 Ottobre 2019 - 23:09 Redazione
Stella Manente ha invocato l’intervento del Führer durante il Pride di Milano. E il giudice chiede l’archiviazione della sua denuncia per gli insulti ricevuti

«Io sto perdendo il treno in mezzo a questa massa di ignoranti, andate tutti a morire, perché non esiste più Hitler? Sarebbe dovuto esistere Hitler. Tu guarda che ammasso di gente ignorante che sta bloccando la strada. Io veramente vorrei capire la polizia dove ca**o è». 

A sbottare con queste parole, postate anche nelle storie sul proprio account Instagram durante il Pride di Milano, era stata la modella e influencer Stella Manente, infuriata perché rischiava di perdere un treno a causa del traffico creatosi a causa del numero di partecipanti.

E queste parole hanno sollevato un polverone che ha travolto Manente, tant’è che molti marchi con cui l’influencer collaborava hanno progressivamente sospeso i contatti, prendendo nettamente le distanze dalle sue parole. 

La modella dopo aver tentato di mostrarsi pentita, sostenendo di non sapere cosa fosse il Pride, e tentando di controbilanciare l’uscita razzista pubblicando una foto con dei bambini neri accompagnata dalla didascalia «Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana», ha poi deciso di sporgere querela contro ignoti per gli insulti ricevuti sui social a seguito delle sue frasi.

Ma secondo quanto riportato da la Repubblica, il pubblico ministero Mauro Clerici ha chiesto l’archiviazione del caso, perché «il comportamento della denunciante costituisce palesemente un fatto ingiusto perché invocare ad alta voce “ci vorrebbe Hitler, dov’è Hitler…” nel corso di una manifestazione quale il Pride significa evocare e giustificare le persecuzioni naziste contro gli omosessuali».

In sostanza il giudice ha invitato Manente a far decadere la querela, perché in base all’articolo 599 del codice penale: «Non è punibile chi ha commesso alcuno dei fatti preveduti dall’articolo 595 nello stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso».

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