Caso Marielle Franco, Tv Globo: «Il presidente Bolsonaro citato nelle indagini per la morte dell’attivista». Ma i pm smentiscono
Per la prima volta dall’apertura dell’inchiesta sulla morte della politica e attivista per i diritti umani Marielle Franco, il nome del presidente brasiliano Jair Bolsonaro (all’epoca deputato) è comparso nelle carte del fascicolo dei magistrati. A riportare la notizia è stato il Journal Nacional, il tg della Tv Globo, citando quanto dichiarato da un testimone. Alcuni pm, però, hanno smentito la notizia. Marielle era una nota attivista e politica del Brasile, in prima linea nel rivendicare i diritti delle donne, nel denunciare gli abusi della polizia e le esecuzioni extragiudiziali nelle favelas da parte delle milizie (composte da ex poliziotti, agenti in servizio e vigili del fuoco). Dal 2016 sedeva nel consiglio comunale di Rio per il Partito socialismo e libertà (sinistra radicale).
Al momento non è ancora stato fermato il mandante dell’omicidio, mentre sono stati arrestati i presunti esecutori materiali, due poliziotti. A marzo del 2018, dopo una riunione politica per discutere della violenza contro le donne nere, Marielle insieme a un’assistente e Anderson Pedro Gomes, che occasionalmente lavorava per lei come autista, stavano rientrando in macchina verso la loro favela, nel Complexo do Maré. Non lontano dal centro, un’auto si è affiancata alla loro e i passeggeri hanno sparato almeno tredici colpi: quattro hanno colpito l’attivista alla testa, uccidendola, e tre hanno raggiunto Gomes. Solo l’assistente è uscita illesa dall’attacco.
Il contesto della citazione
In base alla deposizione resa alla polizia dal portiere del condominio dove abita il capo dello Stato, e divulgata da Tv Globo, uno dei sospettati per l’omicidio della Franco, avvenuto nel marzo 2018, si presentò alla guardiola chiedendo di andare a casa di Bolsonaro, e un uomo con la stessa voce del presidente avrebbe risposto al citofono autorizzandone l’ingresso.
Il Pm: «Il testimone ha mentito»
Come riportato dal quotidiano Folha de S.Paulo, però, il pubblico ministero Simone Sibilio della Procura di Rio de Janeiro ha dichiarato che il testimone che ha citato il nome del presidente della Repubblica ha «dato una informazione falsa». Secondo il pm, l’indagato sarebbe andato in un altro appartamento situato nello stesso stabile. Il pubblico ministero ha dichiarato che le indagini hanno avuto accesso al libro della portineria condominiale e alle registrazioni delle chiamate fatte al citofono. Le informazioni ricavate basterebbero a dimostrare che il portiere non contattò la casa di Bolsonaro, ma quella del presunto killer di Marielle Franco, l’ex poliziotto Ronnie Lessa, anch’egli residente nello stesso palazzo del capo dello Stato. «Tutti coloro che rendono false testimonianze possono essere sottoposti a processo», ha sottolineato Sibilio. Nel frattempo, il procuratore generale, Augusto Aras, al quale si era rivolto il ministro della Giustizia, Sergio Moro, per chiedergli di appurare i fatti che hanno legato Bolsonaro al caso Marielle, ha reso noto di aver già archiviato la questione sostenendo che la menzione del nome del presidente costituisce solo una «fake news».
La reazione di Bolsonaro
Bolsonaro ha duramente attaccato la stampa, e in particolare Rede Globo, per il servizio trasmesso. «Mascalzoni della Tv Globo! Canaglie! Queste accuse non stanno in piedi! Non avevo motivo di uccidere nessuno a Rio de Janeiro», ha gridato il presidente durante una diretta Facebook. «Sono sicuro che il portiere non sa cosa ha firmato. Non conoscevo Marielle, qualcuno sta cercando di distruggermi»
Il deputato Carlos Bolsonaro, figlio del presidente, ha pubblicato un video, secondo lui registrato nei locali dell’amministrazione condominiale, che presenta dati contrastanti con quelli divulgati nel reportage di Tv Globo.
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