Lega e M5s tornano sulla proposta di Marattin: «Schedare? Potete scordarvelo!»
«Da oggi al lavoro per una legge che obblighi chiunque apra un profilo social a farlo con un valido documento d’identità». Un commento su Facebook, pubblicato il 28 ottobre dal deputato di Italia Viva Luigi Marattin, ha aperto un dibattito sull’anonimato dei social network. L’idea, e il problema che cerca di risolvere, non sono certo nuovi. A fare la stessa proposta, solo pochi mesi fa, è stato il deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri. Certificare la propria identità, nelle intenzioni di Marattin, servirebbe per responsabilizzare gli utenti sui contenuti postati in rete, per scongiurare campagne di odio, troll e diffusione di fake news. Come abbiamo spiegato qui su Open, questo progetto comporterebbe almeno due problemi. Il primo è la cessione di ulteriori dati a colossi tecnologici che già collezionano molte informazioni sul nostro conto. La seconda è che causerebbe un precedente rischioso per tutti quei regimi in cui il web è l’unica piattaforma dove ancora esiste libertà di espressione. In tutto questo, la certificazione per l’accesso ai social network ha scatenato anche gli attacchi, sempre web, da parte di Lega e Movimento 5 Stelle.
Salvini: «La sciagura del duo censura»
Il leader della Lega non ha centrato il suo attacco sul deputato Marattin ma su due suoi colleghi di partito, ben più noti. Su Facebook ha lanciato un fotomontaggio con le espressioni di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, incorniciati da due scritte. Sopra «La sciagura del duo censura» e sotto «vogliono carta d’identità obbligatoria sui social, il vizietto di schedare chi non la pensa come loro». Il tutto introdotto da un commento, che fa riferimento a ben altri usi di ben altre sinistre: «La priorità di Renzi e amici? Schedare chi usa i social! Non sarà il solito vizietto che hanno a sinistra di censurare chi non la pensa come loro?».
Il Blog delle Stelle: «Schedare? Potete scordarvelo!»
Anche il Movimento 5 Stelle è intervenuto, ufficialmente, sulla vicenda. In un post pubblicato sul Blog delle Stelle indica un’altra strada per regolare le dinamiche della rete: «Per riuscire ad arginare le notizie e i profili falsi è necessario invece rafforzare i compiti e i poteri investigativi della polizia postale, che ha gli strumenti anche normativi adatti, ma poco personale considerando la rilevanza del fenomeno. E puntare sulla prevenzione e l’educazione all’uso consapevole dei media, anche on line».
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