Manovra chiusa, ora il testo va in parlamento. Di Maio avverte gli alleati: «Siate leali sugli emendamenti» – Video
Nessun ritocco al regime forfettario per le partite Iva all’insegna della continuità tra governo Conte 1 e governo Conte 2: resta il regime al 15% e soprattutto saltano i limiti sui beni strumentali «che si volevano mettere». Durante una pausa del vertice di maggioranza a Palazzo Chigi era stato il capo politico M5s Luigi Di Maio ad annunciarlo, oltre a definire le partite Iva ‘la classe operaia dei nostri giorni’.
L’ultima riunione di maggioranza sulla manovra scorre dunque senza particolari intoppi. Gli ‘azionisti’ della maggioranza riuniti da Giuseppe Conte fanno anche diverse pause durante il vertice di maggioranza: chi per il voto di fiducia alla Camera sul decreto Imprese, chi per rilasciare interviste lontano da Palazzo Chigi. Alle 19 la riunione riprende e si chiude l’accordo sui temi rimasti in sospeso da ieri.
La battaglia ora si sposta in parlamento, come sa bene il ministro dell’Economia Gualtieri che nello studio di Porta a Porta mostra ottimismo ma con cautela: «Suonerò la chitarra solo dopo l’approvazione della manovra». Cioè, il 31 dicembre 2019.
Il nodo politico sta tutto qui, ed è riassunto da Di Maio al termine del vertice: «Abbiamo mosso tutte le questioni che non ci andavano bene, in modo tale che poi si possano mettere a posto le cose, solo se concordate tra i gruppi di maggioranza». Una visione condivisa anche dal Pd, mentre Italia Viva ha già annunciato battaglia in aula per provare ad abolire Quota 100. Così come sulla sugar tax e la plastic tax, Luigi Marattin ha annunciato che Iv «proverà a eliminare o ammorbidire tutte le cosiddette microtasse».
Sul taglio del cuneo fiscale il viceministro all’Economia Misiani conferma che ci saranno 40 euro netti in più al mese in busta paga per i lavoratori dipendenti. Ma sull’estensione della misura alle imprese, la maggioranza dovrà lavorare soprattutto in parlamento.
Sui finanziamenti a Radio Radicale resta una diversa sensibilità tra i partiti della maggioranza, ma un compromesso è stato trovato: all’emittente andrà uno stanziamento di 8 milioni di euro l’anno. Il finanziamento proseguirà fino alla gara annunciata dal governo, che secondo i 5 Stelle sarà bandita il 30 aprile 2020.
Dopo la manovra servirà una riforma dell’Iva. «È cosa che va fatta – ha detto il ministro dell’Economia Gualtieri – ma va fatta bene, con calma, nel quadro di una riforma fiscale complessiva».
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