Zingaretti sul patto coi 5 Stelle: «Senza spirito comune, viene meno il governo». E sul nuovo nome del Pd…
«O si riscopre uno spirito comune o i motivi stessi di questo governo vengono meno e non si può andare avanti» ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti a Radio Capital. La sua fiducia nel governo fino a ieri sembrava incrollabile: «Non voglio andare al voto e farò di tutto per dare vita a questo governo», aveva dichiarato il segretario del Pd ai microfoni di Sky TG24. Oggi torna a dare una sorta di aut aut all’alleato Luigi Di Maio dopo la sconfitta dell’alleanza giallo-rossa in Umbria e la chiusura del leader grillino a future alleanza.
La replica a Di Maio
Dopo la vittoria della destra in Umbria, mentre Zingaretti si limitava a prendere atto della sconfitta, attribuendola in parte a «una tendenza negativa del centrosinistra» che dura ormai da anni, Luigi di Maio aveva dichiarato “fallito” l’esperimento dell’alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle in un post su Facebook.
Ma per Zingaretti si tratta di «una posizione debole, perché il M5s governa col Pd. E vuole governare per altri tre anni con il Pd e non un piccolo paese dell’entroterra ma la Repubblica italiana». «È inutile giocare con le parole – continua il segretario dem – o l’alleanza è unita da una visione del futuro o non c’è. Io credo che questa visione vada costruita al più presto».
Il segretario dem non esclude neppure che un domani possa essere Giuseppe Conte il candidato del centrosinistra: «Lo deciderà l’alleanza. Sta svolgendo bene il suo ruolo».
Una prateria chiamata Italia Viva
Anche Matteo Renzi aveva preso le distanze dall’esperimento giallorosso in Umbria – considerato sbagliato nei tempi e nei modi – dichiarando che così si apriva «una prateria» per Italia Viva. «Questa mi sembra una posizione ingenerosa con l’esigenza dell’Italia di avere un’autostrada per se stessa, per il destino delle persone e non per qualcuno di noi», ha replicato Zingaretti.
«Dobbiamo lavorare insieme. Se riprende una guerra nel campo di forze del centrosinistra gli italiani dicono “bye bye”. Io continuo a pensare che Renzi faccia una partita leale, per questo faccio gli appelli a voltare pagina rispetto a quello che è avvenuto in questi 60 giorni».
«Reagisco quando si batte su teoremi falsi, come dire che si è perso in Umbria perché c’era l’accordo con i 5 stelle, come hanno detto Renzi e altri. Vero che il progetto ha perso, ma se non ci fosse stato sarebbe stato molto peggio», conclude Zingaretti.
Il futuro del Pd e l’ipotesi fumosa di un nuovo partito
Una nuova visione del futuro da cui ripartire, da costruire al più presto. Ma anche una nuova visione del partito, forse. «Daremo vita a un nuovo partito, che si chiamerà Partito democratico o quello che decideremo» , dichiara Zingaretti, anche se frena sul cambio di nome: «Cambiare nome? Non credo che bisogna cambiare tutto per non cambiare niente».
E poi c’è l’ipotesi di un nuovo congresso, lungo cento giorni. «Per farlo cambieremo lo statuto che non si tocca da tredici anni, rientra il concetto di congresso, basato su tesi politiche, aperto alla società italiana». Forse già a partire dai primi mesi del 2020: «Non lo escludo, ma dovremo deciderlo insieme».
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