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Attilio Fontana, la Finanza negli uffici della Regione Lombardia per l’inchiesta sulla nomina dell’ex socio

31 Ottobre 2019 - 13:47 Redazione
Attilio Fontana
Attilio Fontana
Il governatore della Lombardia è finito nel registro degli indagati nell'ambito dell'operazione della Dda di Milano che ha portato a 43 misure cautelari per un sistema di tangenti, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti

La Guardia di Finanza di Milano sta acquisendo alcuni documenti negli uffici della Regione Lombardia nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato il governatore Attilio Fontana per abuso d’ufficio a seguito di una nomina in un organismo regionale del suo ex socio di studio Luca Marsico, che ha ottenuto un incarico all’interno del Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione.

Un’acquisizione di documenti che anticipa la richiesta di proroga delle indagini che i pm si apprestano a inoltrare al gip. Nello specifico, gli inquirenti hanno richiesto alcuni documenti in Regione per approfondire la vicenda della nomina e chiedere, poi, la proroga delle indagini così da decidere il prima possibile se chiedere il processo o l’archiviazione per il governatore.

Cosa è successo

Fontana è finito nel registro degli indagati nell’ambito dell’operazione della Dda di Milano che, il 7 maggio, ha portato a 43 misure cautelari per un sistema di tangenti, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia. Secondo il pm, il governatore, facendo nominare con una delibera il suo ex socio di studio in Regione, avrebbe violato il principio di imparzialità. Quel ruolo non poteva essere fiduciario: era passato, infatti, per un avviso pubblico al quale avevano preso parte 60 persone.

Dalle indagini è emerso che Gioacchino Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia, si sarebbe attivato per cercare un nuovo incarico a Marsico, candidato alle Regionali ma non eletto. Così, in cambio, avrebbe chiesto a Fontana di nominare una terza persona alla Direzione formazione della Regione da lui guidata.

Il governatore, però, avrebbe risposto di no senza, però, denunciarlo: per questo motivo, nel tentativo di istigazione alla corruzione, viene considerato “parte offesa”. L’iscrizione al registro degli indagati, con l’accusa di abuso d’ufficio, vale solo per la successiva nomina di Marsico a «esperto in ambito giuridico, con particolare riferimento alla legislazione territoriale, urbanistica, ambientale, edilizia ed ai contratti pubblici».

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