Delitto di Roma, la mamma di Del Grosso che denunciò il figlio: «Sono distrutta, ma è giusto che paghi»
Aveva preso coraggio e sorretta del figlio Andrea si era presentata al commissariato di polizia. «Credo che mio figlio Valerio abbia fatto una cazzata. Temo sia stato lui, forse è coinvolto nell’omicidio di Luca Sacchi», ha detto Giovanna agli agenti.
Una denuncia, che insieme alle parole della fidanzata di Valerio Del Grosso, è stata fondamentale per rintracciare il 21enne, attualmente in carcere con l’accusa di aver ucciso Sacchi, davanti al pub John Cabot, in via Mommsen, in zona Caffarella, a Roma alle 23.20 del 23 ottobre.
Ha denunciato il figlio perché «sta meglio in carcere che con gli spacciatori» e ora torna con la mente a quei momenti, alla scoperta dell’omicidio, alla decisione di andare lei stessa dalla polizia.
«Non ho pensato mai nemmeno un minuto – ha spiegato – che si potesse fare una cosa diversa da quella che ho fatto. La nostra è una famiglia perbene, di lavoratori e per questo non potevamo aggiungere al dolore di questa tragedia la vergogna di sentirci in qualche modo complici. Quel giorno ho anche pensato che forse era l’unica maniera per dare a Valerio una speranza di riscatto», dice in un’intervista al Giornale Radio 1.
«Sono distrutta dal dolore sapendo che una mamma e un papà, un’intera famiglia, stanno piangendo la morte di un figlio. Ancora non posso credere che Valerio abbia potuto fare un gesto simile. E come me tutti quelli che lo hanno visto crescere nel quartiere», afferma Giovanna che però sulle responsabilità del figlio non ha dubbi: «È giusto che adesso paghi».
Parole che pronuncia all’indomani dell’incontro in carcere con Valerio, come riporta Il Messaggero. A chiedere di vederla era stato lo stesso 21enne. Valerio e Paolo Pirino, in carcere anche lui per l’omicidio, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip. Ora sarebbero pronti a parlare con gli inquirenti e non è escluso che possano anche presentare una memoria scritta su quella notte.
Le prime risposte alle tante domande ancora aperte potrebbero presto arrivare da cinque cellulari in mano alla Procura: quello di Luca, quelli degli indagati, e quelli di alcuni informatori e testimoni che li avrebbero consegnati agli inquirenti spontaneamente. Presto potrebbe essere sentita anche Anastasia, la fidanzata di Sacchi, il cui ruolo sembra diventare sempre più centrale nella vicenda.
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