Scontro Salvini-Lamorgese: c’è o non c’è questa «invasione»?
Botta e risposta tra Matteo Salvini e Luciana Lamorgese, attuale ministro dell’Interno, sul tema immigrazione. In un’intervista pubblicata oggi da Repubblica l’affondo contro la propaganda sovranista è chiaro:
Repubblica: Salvini ripete «stop all’invasione». Dice che l’escalation degli sbarchi in Italia è triplicata e che a confermarlo sarebbero i vostri stessi dati. Come stanno le cose?
Lamorgese: «Non mi risulta. Non siamo di fronte ad alcuna invasione. Basti pensare che nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai 22mila di tutto il 2018. I dati a cui si fa riferimento sono relativi al solo mese di settembre. Raffrontando gli sbarchi di settembre 2018 e 2019, in effetti l’incremento numerico c’è stato, ma è riconducibile soprattutto all’aumento degli sbarchi autonomi, che non costituisce un fenomeno nuovo».
Repubblica: Con quali numeri?
Lamorgese: «Nel 2018 i migranti approdati qui con piccole imbarcazioni sono stati circa 6mila, mentre dall’inizio di quest’anno sono circa 7.500, e la tendenza all’incremento s’era registrata già dal mese di aprile. Un fatto importante si è verificato con l’ultimo sbarco della Ocean Viking, in quest’occasione Francia e Germania hanno offerto la disponibilità ad accogliere il 72 per cento dei migranti, dando di fatto già attuazione al pre-accordo di Malta, che comincia quindi a dare i primi risultati»
Non è mancata la risposta di Matteo Salvini via social, realtà in cui la Lamorgese non è presente, con il seguente tweet:
++ 🔴LE BUGIE DEL GOVERNO DELL’INVASIONE! FACCIAMO GIRARE! ++ Il ministro Lamorgese dimostra di non conoscere nemmeno i dati ufficiali del Viminale affermando che gli sbarchi sono aumentati solo a settembre.
Su Facebook Salvini scrive:
Il ministro Lamorgese dimostra di non conoscere nemmeno i dati ufficiali del Viminale affermando che gli sbarchi sono aumentati solo a settembre: sono invece cresciuti sia a settembre (2.498 nel 2019 contro i 947 del 2018) che a ottobre (2.015 contro i 1.007 di un anno fa), ovvero da quando c’è lei. Si prende il merito dei controlli antidroga, ma con la Lega al governo erano partite circolari ad hoc ai prefetti, avevamo inaugurato Scuole sicure contro i pusher, abbiamo fatto pulizia a Rogoredo a Milano. Parla delle procedure accelerate per espellere i clandestini nelle zone di frontiera, ma sono frutto del Decreto sicurezza.
La cosiddetta «invasione» è una bufala storica
Per prima cosa l’Italia è il Paese che ospita meno richiedenti asilo e rifugiati rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, il che dovrebbe farci riflettere sulla situazione nazionale: 2,4 su mille abitanti rispetto agli 8,1 ogni mille in Germania, o i 23,4 ogni mille in Svezia.
Inoltre, occorre osservare i dati relativi agli sbarchi negli ultimi anni, non negli ultimi due mesi. Come possiamo notare grazie ai grafici forniti da UNHCR, la proporzione tra gli sbarchi del 2019 e quelli del 2016 è enorme: 9.427 richiedenti asilo contro i 181.436 di tre anni fa.
I grafici presenti nel tweet sono stati estratti dall’ultimo cruscotto giornaliero sull’immigrazione scaricabile dal sito del ministero dell’Interno. Eccoli, completi, con tutti i mesi dell’anno e la spiegazione relativa ai colori presenti: blu per il numero dei migranti giunti in Italia, rosso per il 2018 e verde per il 2019. Questi combaciano con i dati di UNHCR.
Oggigiorno quanti sono i rifugiati sul territorio nazionale italiano? Circa 131mila persone, come riportato nelle infografiche di Carta di Roma sui dati UNHCR. Per intenderci, usando sempre le infografiche fornite dall’associazione, non riuscirebbero a riempire il Circo Massimo di Roma:
L’aumento di settembre? La Tunisia
Proprio dal Paese nordafricano arrivano gran parte degli ultimi migranti sbarcati in Italia. Ma non sono ricollegabili al nuovo governo italiano.
⛔️⛴️TUNISIA.
— Matteo Villa (@emmevilla) October 1, 2019
Sugli sbarchi dalla Tunisia, il governo ha sempre avuto le mani legate.
Non si possono tenere al largo gli arrivi autonomi, e infatti chi parte dalla Tunisia sbarca (quasi sempre) in Italia.
In questo caso, gli sbarchi sono più che raddoppiati. pic.twitter.com/xj7XJZSxXr
Si ignorano le condizioni politiche ed economiche, come ad esempio quelle della Tunisia dove alle recenti elezioni ha vinto il conservatore Saied.
Il merito della diminuzione è di Matteo Salvini?
Prima degli accordi con la Libia, il Memorandum d’intesa del febbraio 2017, le percentuali dei migranti bloccati dalla guardia costiera stavano sotto la doppia cifra. Col tempo questo patto con la Libia ha portato il numero degli intercettati dalla guardia costiera libica a circa 6 migranti su 10.
⛔️⛴️ RIPORTATI ALL’INFERNO.
— Matteo Villa (@emmevilla) September 13, 2019
Prima degli accordi con la Libia, solo il 6% di chi partiva veniva intercettato dalla Guardia costiera libica e riportato indietro.
Oggi, circa 6 migranti su 10 vengono riportati in Libia.
Dove riparte il terribile ciclo di detenzione e tortura. pic.twitter.com/3O3z2v0HQB
Tali accordi, tuttavia, hanno portato con se molti aspetti negativi.
In conclusione, considerare come prova solo settembre e ottobre 2019 in maniera estremamente semplicistica per addossare colpe al nuovo governo non è possibile. Il punto centrale della discussione ruota intorno alla parola «invasione» che di fatto è abusata e infondata.
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