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Abuso in Spagna, Amnesty: perché devono cambiare le leggi sullo stupro in Europa

02 Novembre 2019 - 07:26 Redazione
In 23 Paesi europei su 31, tra cui l'Italia, lo stupro non si definisce con la mancanza di consenso ma con la violenza fisica

I giudici di Barcellona hanno determinato che i cinque uomini che nel 2016 violentarono una quattordicenne non la «stuprarono». I magistrati hanno condannato i cinque membri del «branco» per il reato minore di «abuso sessuale» e non per «stupro». La loro motivazione? La ragazza al momento della violenza si trovava in uno «stato di incoscienza indotto da alcol e droga».

Sentenza choc che non stupisce però se si analizza un contesto europeo dove, come i ricercatori di Amnesty International hanno già denunciato l’anno scorso, solo in otto stati su 31 lo stupro è definito come mancanza di consenso.

Nonostante la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa del 2014 abbia definito lo stupro come assenza di consenso e richiesto a tutti i 32 firmatari di includere leggi che rispettino questa definizione, nella vasta maggioranza degli Stati europei lo stupro è riconosciuto tale solo in presenza di violenza fisica, minaccia o coercizione.

Solo Belgio, Cipro, Germania, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Regno Unito e Svezia riconoscono che nel caso in cui il rapporto non sia consensuale, si tratta di uno stupro. Negli altri Paesi, tra cui l’Italia «la definizione legale di stupro prevede la violenza fisica, la minaccia di usare la forza, la coercizione o l’incapacità della vittima di difendersi».

In Italia (che ha ratificato la Convenzione di Istanbul), il reato di violenza sessuale è disciplinato dall’articolo 609-bis del codice penale, che sancisce che «chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni».

Nel 2015, il tribunale di Modena aveva assolto tre ragazzi che avevano violentato una ragazza ubriaca dall’imputazione di violenza sessuale. La motivazione dei giudici era che «se è vero che il comportamento passivo della vittima e il fatto che scivolasse nella doccia avrebbero dovuto indurli a sospettare che la stessa avesse perso la lucidità necessaria per presentare un valido consenso all’atto sessuale è altrettanto vero che l’assenza di azioni di respingimento e di invocazioni di aiuto avrebbero potuto ingenerare la convinzione che la sedicenne fosse consenziente».

La Spagna aveva già proposto una nuova legge secondo la quale il consenso deve essere espresso chiaramente e che se una donna non dice «sì», tutto il resto è «no». Legge che non è stata però adottata.

Per Amnesty, l’elemento più grave è che considerando il rapporto sessuale senza consenso un reato distinto e meno grave si sottintende che il «vero stupro» si verifichi solo quando c’è violenza fisica.

Amnesty conclude che le «definizioni di stupro basate sull’assenza del consenso e riforme legislative non sono certo la soluzione definitiva per affrontare e prevenire questo reato così tanto diffuso, ma possono costituire un significativo punto di partenza», conclude il report.

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