Se il santo protettore degli avvelenatori di pozzi siede alla Casa Bianca
Il Presidente degli Stati Uniti d’America ha 73 anni e potrebbe tranquillamente essere collocato in quella fascia di età che i millennials ironicamente definiscono «la piaga dei 50enni» del «Buongiornissimo! Kaffé?» e del «condividi se sei indignato!». Purtroppo è ancora peggio perché il vero Donald è uno dei più potenti sostenitori degli avvelenatori dei pozzi e lo fa attraverso il suo account Twitter ufficiale.
Attenzione però! Gli account di Donald sono rigorosamente due: uno è quello istituzionale, @POTUS, mentre il suo personale @realDonaldTrump è la quintessenza del degrado digitale. Il vero Donald Trump, appunto.
Nel corso degli ultimi anni il Presidente americano ha amplificato, attraverso l’influenza della sua figura e della sua «potenza di fuoco social» contenuti legati al mondo della cospirazione, del complottismo e del razzismo. In pratica, ha legittimato la rete dei troll di QAnon, collegati dall’FBI al cosiddetto «Domestic terrorism».
Il 17 marzo 2019 il Presidente Trump aveva condiviso dal suo account personale il tweet di VB Nationalist (@vmbb12), un account di estrema destra anonimo che aveva promosso bufale sui democratici. Tra le falsità diffuse anche quelle di presunti traffici di minorenni, storie infondate che già in passato avevano causato la – per fortuna – mancata strage del Pizzagate.
Trump condivideva i tweet di molti utenti QAnon, alcuni di questi sospesi da Twitter per i loro contenuti. Uno di questi era @The_Trump_Train e uno dei tweet ritraeva i suoi oppositori – Obama, Clinton e tanti altri – dietro le sbarre.
Nel 2017 aveva condiviso il tweet dell’utente @MEGAPILL e il suo sito Megapill.com che promuoveva contenuti QAnon:
Alex Kaplan, ricercatore di Media Matters, nel corso dell’ultimo anno ha costantemente monitorato le attività social dell’account Twitter del Presidente americano pubblicando alcuni report su chi era stato retweettato.
La condivisione compulsiva del Presidente Trump di contenuti palesemente QAnon aveva posto qualche domanda ai suoi ex collaboratori, come l’allora direttore delle comunicazioni della Casa Bianca Anthony Scaramucci. Secondo quest’ultimo Trump soffrirebbe di un «grave declino mentale».
QAnon
Si tratta di una teoria di cospirazione presumibilmente nata nell’ottobre 2017 su 4Chan, board di discussione dei troll e dei nazionalisti bianchi. Un account che si faceva chiamare “Q” sosteneva di avere informazioni classificate che coinvolgevano l’amministrazione Trump e i suoi oppositori. Infatti, un giorno era riuscito ad affermare che il Presidente stava lavorando con Robert Mueller per sconfiggere i suoi avversari politici. Grazie all’operato dell’utente anonimo erano riaffiorate vecchie teorie di complotto come quella del Pizzagate dove «l’élite della politica e ricchi uomini d’affari sono coinvolti nel mondo della pedofilia».
Le stesse teorie vennero diffuse su 8Chan, altro luogo di ritrovo degli estremisti di destra, per poi essere ripresa dai sostenitori del Presidente americano. Nel dicembre 2017 la televisione russa RT aveva mandato in onda un servizio sulle “rivelazioni di QAnon” mentre il Time lo aveva elencato tra le persone più influenti su Internet del 2018.
Le teorie di complotto diffuse da utenti legati a QAnon non vengono sottovalutate dall’FBI che nel bollettino dedicato concludono sostenendo che tali narrative potrebbero emergere sempre di più promuovendo il sentimento antigovernativo, pregiudizi razziali e religiosi, aumentando di conseguenza le tensioni politiche e guidando individui singoli o gruppi di individui a compiere atti criminali violenti. Di seguito il bollettino dell’FBI dove citano QAnon:
Tra le teorie di complotto abbiamo quelle sul cosiddetto «Nuovo Ordine Mondiale», le fantomatiche «False Flag» e quelle contro gli ebrei.
Donald Trump, attraverso il suo account ufficiale sta di fatto legittimando questo mondo sommerso a favore della propria campagna politica.
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