Il siluro-vendetta dell’ex sindaco Ignazio Marino contro l’asse Pd-M5s: «Nato solo per le poltrone»
«Interroghiamo un cittadino in qualunque parte d’Italia e di qualunque fede politica e chiediamogli se pensi che la coalizione Pd-M5a sia nata da una convergenza di programmi allo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, oppure dal desiderio di molti parlamentari di mantenere la poltrona ben retribuita in Parlamento e da quello dei loro leader di poter distribuire qualche centinaio di cariche pubbliche che giungeranno a scadenza tra pochi mesi. Temo che la risposta sarebbe uniforme da Bolzano a Capo Passero».
Lo scandalo degli scontrini
Forse è uno degli attacchi più duri che, in queste ore, arrivano alla coalizione nata per formare una maggioranza di governo. Il mittente è Ignazio Marino, ex sindaco di Roma di fatto sconfitto dal suo stesso partito, il Pd, per lo scandalo scontrini e rimborsi spese. Costretto alle dimissioni, il processo si è chiuso in terzo grado con un semplice «il fatto non sussiste» della Corte di Cassazione. Ma quell’inchiesta ha di fatto stroncato la carriera politica del chirurgo e i primi a voltargli le spalle furono i suoi stessi compagni di partito.
Un partito che ha messo al primo posto le clientele
Le scorie della vicenda si protraggono tutt’oggi: il clima è incandescente tra Marino e i dem: «In Umbria il Pd – scrive in un editoriale su l’Espresso – ha tradito il suo popolo e ora la magistratura deve giudicare se sia vero che nell’ultima giunta regionale a guida Pd alcuni politici intervenissero per scegliere chi dovesse guidare un ospedale sulla base non del merito professionale ma della vicinanza politica. Se le accuse verranno confermate dalle indagini della magistratura, un partito con dei leader che mettono al primo posto le clientele rispetto alla salute dei propri cittadini non si può certamente chiamare né democratico né di sinistra»
Basta imitare la destra
«Sono sempre più convinto – conclude Marino – che moltissimi elettori di sinistra abbiano votato a destra e voteranno a destra sino a quando non vi sarà una forza di sinistra credibile che riprenderà a sostenere i propri valori con orgoglio e convinzione, senza vergognarsene, senza tentare di imitare la destra, senza timore di perdere le elezioni».
Leggi anche:
- Il M5s e il sogno di diventare la Dc della Terza Repubblica. Se Di Maio cita De Gasperi
- Allarme rosso in Emilia-Romagna, così la plastic tax può affossare il Pd alle Regionali. La furia in chat di Bonaccini
- Renzi piccona Conte, e M5s e Pd lo stoppano: lui ultimo Premier della legislatura
- I medici di domani valutano le Scuole di Specializzazione: quali vengono bocciate dall’indagine
- Governo, Paragone duro su Conte: «Lui non durerà, ma la legislatura sì»