Omicidio Sacchi, i dubbi sul vecchio amico di Luca: al setaccio i contatti con i killer. Perché non si fidavano?
Saranno i risultati delle analisi incrociati tra i tabulati e le celle telefoniche a chiarire quanto fosse ampia la rete di contatti tra i personaggi che ruotano attorno all’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso a Roma lo scorso 23 ottobre.
Una delle direzioni verso cui si muove l’indagine, riporta il Messaggero, punta sui rapporti tra Giovanni Princi, il vecchio amico di scuola di Sacchi con precedenti per droga, e tra Valerio Rispoli e Simone Piromalli, i due che la sera del delitto sarebbero stati inviati da Valerio Del Grosso, uno dei due in carcere per l’omicidio, per verificare se il gruppo vicino al pub John Cabot avesse il denaro pattuito per il presunto acquisto di marijuana. Contatti ci sarebbero stati già nei giorni precedenti, con Rispoli che avrebbe attivato Del Grosso per procurare la merce.
L’amico di scuola
Le ombre più oscure sembrano concentrarsi su Princi, secondo quanto riporta il Messaggero. Come riportato nell’ordinanza, alle 21.30 del giorno del delitto, lui e Anastasia avrebbero quindi incontrato Rispoli e Piromalli che avrebbero verificato il contenuto dello zaino della ragazza, pieno di mazzette da 20 e 50 euro.
Il sospetto è che Del Grosso cercasse ulteriori conferme, probabilmente perché non si fidava del tutto di Princi. Con lui potrebbero esserci state altre occasioni, nelle quali l’affare non sarebbe andato a buon fine, o magari lo scetticismo era dato dalla scarsa conoscenza del ragazzo. Quando però Del Grosso riceve la conferma del denaro, non riesce a ottenere l’erba dai fornitori.
A quel punto Del Grosso e Pirino sono comunque andati sul luogo dell’appuntamento, senza merce e con l’intenzione di rapinare il gruppo di Appio latino. Se il piano sia stato escogitato direttamente da loro due o imposto dai fornitori, per esempio per un regolamento di conti in sospeso con Princi, resta nel ventaglio delle ipotesi al vaglio degli inquirenti.
All’appuntamento comunque i due si sono presentati armati di revolver e mazza da baseball. Consapevoli almeno che sul posto avrebbero trovato, tra gli altri, un ragazzo di un metro e 90 come Sacchi che non sarebbe rimasto a guardare mentre rapinavano la sua fidanzata e i suoi amici.
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