Il reddito di cittadinanza ricevuto da 12 mila abitanti di Pomigliano d’Arco: la verifica
Un articolo pubblicato il 3 novembre 2019 da La Stampa dal titolo «I delusi del reddito di cittadinanza: “Stanchi di non avere nulla da fare”» è stato ampiamente ripreso da altre testate e siti di assoluta inattendibilità (che vedremo in seguito). Ecco in sostanza cosa riporta La Stampa:
A Pomigliano d’Arco, il paese natale di Luigi di Maio, su 39mila abitanti in 12mila ricevono un sostegno economico. Ma dopo sei mesi nessuno di loro ha ottenuto una proposta di lavoro. Il sindaco: “Non è ancora pronta la normativa”
Un numero dubbioso visto che il reddito viene dato per nucleo familiare e non singolarmente. Lo stesso giorno il Ministero del Lavoro pubblica una smentita che riporto di seguito:
Il quotidiano La Stampa ha realizzato un reportage sui percettori del reddito di cittadinanza in cui sono riportati in modo non corretto alcuni dati”. Il Ministero del Lavoro precisa che i 12 mila percettori del reddito di cittadinanza registrati al Centro per l’Impiego di Pomigliano d’Arco si riferiscono ai comuni di: Pomigliano d’Arco, Acerra, Casalnuovo, Castello di Cisterna, Sant’Anastasia e Volla. Quindi i 12 mila percettori sono da rapportare alla popolazione totale dei 6 comuni che e’ di circa 208 mila abitanti. Ne consegue che i percettori di reddito di cittadinanza registrati al cpi di Pomigliano d’Arco sono circa il 6% della popolazione. Dispiace che chi scrive di politiche del lavoro e di un tema cosi’ delicato non abbia avuto l’accortezza di chiedere quali comuni siano serviti dal Cpi di Pomigliano d’Arco o di fare una semplice ricerca su internet dove si evince chiaramente il bacino d’utenza dei Cpi in Campania”. Sui navigator in Campania “si riporta una notizia ormai superata. La Regione Campania ha dato il via libera all’avvio delle attivita’ dei navigator il 17 ottobre scorso. Inoltre si riporta erroneamente che in Campania ci siano gia’ 654 precari di Anpal Servizi che lavorano nei centri per l’Impiego. Anche in questo caso c’e’ un problema di numeri. I precari di Anpal Servizi che lavorano nei centri per l’Impiego in Campania sono 54 e non 654”. Infine “la normativa per i progetti utili alla collettivita’ che i comuni possono attivare e’ stata firmata dal Ministro il 22 ottobre scorso. Non e’ l’Inail l’ente preposto all’attivazione dei Puc.
I numeri di Pomigliano
Secondo quanto riportato dal Ministero del Lavoro, al Centro per l’Impiego di Pomigliano d’Arco fanno riferimento a 6 comuni per un totale di 208 mila abitanti e non soltanto alla cittadina di Luigi Di Maio che ne conta un totale di circa 39 mila. Vediamo cosa riporta il sito della Regione Campania alla voce «Centri per l’impiego in provincia di Napoli»:
Di fatto si tratta di più comuni, gli stessi riportati nel comunicato del Ministero. Inoltre, se andiamo a controllare il sito dell’Inps in un comunicato del 5 agosto 2019 dal titolo «Reddito di Cittadinanza: accolte quasi 900mila domande» troviamo l’allegato «Reddito Cittadinanza per Comune Luglio 2019» dove è possibile consultare «la tabella che riporta l’elenco completo dei comuni italiani e le relative domande di Reddito e Pensione di Cittadinanza accolte»: 935.
Sommando i dati degli altri comuni in gestione dal Centro dell’impiego di Pomigliano d’Arco abbiamo un totale di 5.620 richieste accolte che, tenendo conto una media per nucleo familiare composto da 2 persone, potremmo avvicinarci al numero citato da La Stampa. Dal sito dell’Inps, secondo i dati pubblicati il 5 agosto 2019, nella sola provincia di Napoli c’erano 36.399 domande accolte, seguita da Roma con 32.905. Oggi come stanno le cose?
I dati aggiornati a settembre 2019
Sul sito dell’Inps possiamo consultare la sezione «Osservatorio sul Reddito di Cittadinanza» con i report e i dati statistici aggiornati a settembre 2019.
Quanto potrebbe essere cambiato da agosto 2019 a settembre 2019? Che dalle 5.620 richieste accolte nel Centro di Pomigliano abbiano raggiunto le 12.000? Il primo dato che abbiamo è che il 5 agosto 2019 le domande accolte erano 896.173 mentre nel comunicato Inps del 22 ottobre 2019 erano 982.158, quindi 85.985 in più a livello nazionale. Non si hanno ancora dati precisi per Comune come quelli di luglio 2019.
I navigator
La Stampa riporta:
Speculare alla situazione dei «percettori» del reddito di cittadinanza, c’ è quella dei navigator: sono 471 quelli che hanno vinto il concorso per lavorare in questa regione. Ma il governatore Vincenzo De Luca finora non ha mai voluto assumerli per un motivo pratico.
In un articolo di RaiNews del 17 ottobre 2019 si riporta che era stata raggiunta l’intesa tra la Regione Campania e l’ANpcal per i 471 navigator, sostenendo che saranno contrattualizzati:
Saranno contrattualizzati i 471 navigator della regione Campania. L’intesa è stata raggiunta questa mattina tra Regione e Anpal dopo l’incontro tra i due Presidenti Vincenzo De Luca e Domenico Parisi. Dopo mesi dunque la vicenda si è risolta.
La stessa notizia viene riportata lo stesso giorno dal sito della Regione Campania dove viene condiviso anche il testo firmato dell’accordo dal Presidente della Regione e il Presidente di Anpal:
La questione dei posti di lavoro
La Stampa aveva intervistato il sindaco di Pomigliano d’Arco, Lello Russo:
Lello Russo, sindaco di centrodestra al sesto mandato, spiega perché: «Ho parlato con l’ Inail, non è ancora pronta la normativa. Non posso assumere. Ma il problema del reddito di cittadinanza è che hanno barattato un servizio di carattere caritatevole con uno strumento per trovare lavoro. Non c’ è lavoro qui. Il reddito è una presa in giro. Se io mettessi un bando da 10 milioni per chi scova un solo posto di lavoro nel circondario quei soldi resterebbero al sicuro nelle casse del Comune».
L’articolo de La Stampa è pieno di dichiarazioni da parte di persone che avrebbero ricevuto il reddito di cittadinanza ma che vorrebbero lavorare. Dovremmo attendere per conoscere l’esito, grazie ai navigator, delle persone intervistate.
Chi ha ulteriormente diffuso la notizia dei 12 mila a Pomigliano
Libero ne fa la prima pagina per l’edizione cartacea del 4 novembre 2019, nonostante le smentite del Ministero del Lavoro, intitolando «Assistenzialismo clientelare» in rosso e «Nel paese di Di Maio in 12 mila incassano il reddito grillino». Nel testo, nelle prime righe, leggiamo poi «Pomigliano d’Arco e dintorni» a precisare che non riguarda solo la cittadina di Di Maio, anche se nel titolo il riferimento è diverso.
In piccolo leggiamo: «De Luca: l’obolo è servito a pagare la manovalanza della camorra». Questa dichiarazione è relativa all’articolo de La Stampa? Ecco cosa riporta Libero:
Ma è sempre De Luca a fargli il controcanto: «In troppe occasioni il reddito di cittadinanza è servito a pagare la manovalanza della camorra, a far scansare il lavoro stagionale, ad avere un incentivo a fare il doppio lavoro, a minacciare i commercianti per farsi dare in contante l’equivalente della scheda del reddito».
Dichiarazioni che però risalgono al 31 ottobre 2019 riportate su Il Giornale.
Dagospia, invece, aveva ripreso l’articolo de La Stampa mettendo Luigi Di Maio che interpreta IT con la frase «Lo vuoi il reddito di cittadinanza?»:
Altri, come Il Primato Nazionale, hanno cancellato l’articolo dopo aver diffuso la “notizia”. Se si prova a ricercare l’articolo su Google compare ancora:
Il peggio
Nella giornata del 3 novembre 2019 il sito di disinformazione Voxnews titola «Nella città di Luigi Di Maio prendono tutti il reddito di cittadinanza: è voto di scambio». Un titolo completamente falso e dettato dalla posizione politica dello stesso sito estremista:
Accuse pesanti, quelle del gestore di Voxnews che non si preoccupa minimamente di diffamare.
Conclusioni
Quanto sostenuto da La Stampa in più parti non risulta affatto corretto. Libero, che aveva tutte le risposte del caso già il giorno precedente con le smentite del Ministero e la possibilità di ricercare ulteriori informazioni, ha pensato di pubblicare un titolo ingannevole per insistere con la narrativa di Pomigliano d’Arco e i 12 mila abitanti beneficiari del Reddito di Cittadinanza (per poi scrivere nel testo, a differenza dal titolo, “e dintorni”).