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Mafia, arrestato Nicosia: esponente dei Radicali italiani, «collaboratore» della deputata Occhionero (Iv)

04 Novembre 2019 - 10:33 Redazione
In alcune intercettazioni, Nicosia avrebbe definito Matteo Messina Denaro «il nostro premier». Occhionero verrà sentita come testimone. «Gravissimo», dice lei

La Procura di Palermo ha fermato 5 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento. In carcere, tra gli altri, sono finiti Accursio Dimino, considerato vicino a Messina Denaro, e Antonello Nicosia, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani per anni impegnato in battaglie per i diritti dei detenuti. Nicosia ha accompagnato la deputata Pina Occhionero (ex Liberi e Uguali, ora Italia Viva), di cui si è detto collaboratore, in alcune ispezioni all’interno delle carceri siciliane. Occhionero non è al momento indagata, ma sarà sentita dai pm di Palermo come testimone. Secondo la Procura, Nicosia avrebbe fatto da tramite tra boss, alcuni dei quali al 41 bis, e i clan, portando all’esterno messaggi e ordini.

Il tesserino

Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro degli indagati è stato trovato il tesserino da collaboratore parlamentare di Nicosia, assistente della deputata Occhionero. L’uomo entrava in carcere insieme alla parlamentare, incontrava boss e portava all’esterno i loro messaggi. Durante la perquisizione sono stati sequestrati una carta di credito collegata a conti esteri – e patrimoniali e un’imbarcazione. Per i pm, oltre a portare all’esterno i messaggi dei mafiosi che incontrava durante le sue visite in carcere, avrebbe gestito gli affari del clan in America e riciclato denaro sporco. In alcune intercettazioni avrebbe definito Matteo Messina Denaro «il nostro premier» e ha insultato Giovanni Falcone, definendo la sua morte «incidente sul lavoro» e dicendo che «da quando era andato al ministero della Giustizia più che il magistrato faceva il politico». A Nicosia e Dimino i pm del capoluogo siciliano contestano il reato di associazione mafiosa. Per gli altri tre l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa.

Le reazioni

«Ringrazio la magistratura e le forze dell’ordine per lo straordinario lavoro di contrasto alla mafia. Da ciò che emerge dalle notizie riportate sui giornali quello che diceva e scriveva Nicosia era ben lontano dalla verità, arrivando a veicolare messaggi mafiosi per conto dei detenuti. Quello che si legge nelle intercettazioni è comunque vergognoso e gravissimo», dice la parlamentare di Italia Viva Giuseppina Occhionero commentando l’arresto del suo collaboratore. «La collaborazione con me, durata solo quattro mesi, era nata in virtù del suo curriculum, in cui si spacciava per docente universitario oltre che di studioso dei diritti dei detenuti. Non appena ho avuto modo di rendermi conto che il suo curriculum e i suoi racconti non corrispondevano alla realtà ho interrotto la collaborazione», spiega. Le visite in carcere «peraltro sono parte del lavoro parlamentare a garanzia dei diritti sia dei detenuti sia di chi vi lavora. Ora sono profondamente amareggiata, ma la giustizia farà il suo corso. Mi auguro nel più breve tempo possibile. Pur essendo del tutto estranea alla vicenda sono comunque a disposizione della magistratura per poter fornire ogni elemento che possa essere utile», dice Occhionero.

Da Shanghai «leggo dell’arresto di Antonello Nicosia, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani, accusato di fare da tramite tra i capimafia in carcere e i clan», scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dalla Cina. «Non voglio entrare nei dettagli, sarà la magistratura ad occuparsene, ma lasciatemi dire che uno che considera Messina Denaro “il nostro premier” e che insulta la memoria di Falcone e Borsellino definendo le stragi del 1992 “un incidente sul lavoro” fa ribrezzo. Sono parole sconvolgenti, scioccanti, che indipendentemente dalle implicazioni di Nicosia devono farci riflettere». La mafia, scrive Di Maio su Facebook, «c’è, esiste, fa schifo e va combattuta ogni giorno. Senza nessuna paura. Siamo più forti di loro, non dimentichiamocelo mai. E cita Paolo Borsellino: Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo».

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