Ancona, la protesta disperata di un detenuto tunisino contro l’espulsione: si è cucito labbra e palpebre
Un uomo di 34 anni, cittadino tunisino e detenuto nel carcere di Ancona, si è cucito labbra e palpebre per protestare contro il decreto di espulsione che gli è stato notificato nei giorni scorsi. Giunto a fine pena, l’uomo ha affermato di non voler tornare in Tunisia perché, a suo dire, lì non ha casa né parenti.
Contro il decreto di espulsione, l’uomo ha presentato ricorso. Ma prima che ne arrivasse l’esito, ha fatto partire la sua protesta con uno sciopero della fame. Poi ha ingoiato due batterie e infine il gesto più estremo sul suo corpo, usando un kit di primo soccorso in dotazione al carcere.
Ricoverato in ospedale, i medici lo hanno aiutato a espellere le pile, ma il detenuto si è opposto alla rimozione dei punti da labbra e palpebre ed è stato riaccompagnato in cella con i punti ancora intatti.
Non è la prima volta che la disperazione per il rimpatrio porta a gesti simili. Nel gennaio 2018 un gruppo di tunisini si era cucito le labbra a Lampedusa per protestare contro il rientro forzato in Tunisia.
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