In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
POLITICAEx IlvaLavoro e impresaPugliaTaranto

ArcelorMittal avvia la procedura per sfilarsi dall’ex Ilva. Vertice a Palazzo Chigi in salita

06 Novembre 2019 - 15:04 Francesca Martelli
Per l'incontro con il governo sono arrivati i vertici aziendali: il Ceo Lakshmi Mittal e il figlio Aditya Mittal. A rischio 10mila posti di lavoro

ArcelorMittal si presenta al vertice convocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte con l’avvio formale della procedura per restituire ai commissari gli stabilimenti dell’ex Ilva. L’azienda ha infatti comunicato formalmente ai sindacati e alle aziende collegate la «retrocessione dei rispettivi rami d’azienda» oltre al trasferimento dei dipendenti: 10.777 persone (ai sensi dell’articolo 47 della legge 428 del 1990).

La comunicazione segna l’avvio della procedura per il disimpegno della multinazionale in tutta Italia: oltre a Taranto anche Genova, Novi Ligure, Milano, Racconigi, Paderno, Legnano, Marghera. Per l’incontro a Roma con il governo (insieme al premier Conte, i ministri Patuanelli, Provenzano e Catalfo, Gualtieri, Bellanova, Speranza) sono arrivati i vertici di ArcelorMittal: il Ceo Lakshmi Mittal e il figlio Aditya Mittal, entrati in auto dal retro di Palazzo Chigi.

Lakshmi Mittal arriva a Palazzo Chigi per l’incontro con il governo su ArcelorMittal, Roma, 6 novembre 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

La trattativa con il governo parte dunque in salita: non si parla solo dello scudo penale (tolto dal governo giallorosso dopo la pressione dei senatori 5 Stelle) ma anche del possibile spegnimento dell’altoforno 2 (ordinato dalla Procura per la mancata ottemperanza ad alcune prescrizioni imposte dopo l’incidente del giugno 2015, costato la vita all’operaio Alessandro Morricella) e delle conseguenze produttive legate a questo. Per il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli, che domani riferirà in parlamento, la multinazionale «accampa scuse strumentali e prende in giro lo Stato. Da settimane, forse da mesi, preparava l’abbandono dell’area».

La multinazionale ritiene lo scudo penale fondamentale: «La protezione legale costituiva un presupposto essenziale su cui AmInvestCo e le società designate hanno fatto esplicito affidamento e in mancanza del quale non avrebbero neppure accettato di partecipare all’operazione né, tantomeno, di instaurare il rapporto disciplinato dal Contratto».

Il ministro per il Sud Provenzano, arrivando al vertice, ha rilanciato la proposta per una nuova norma sull’immunità penale che non valga solo per l’ex Ilva: «La mia proposta, condivisa da altri membri del governo, in primis da Patuanelli, è una norma generale e astratta, che superi il vaglio di costituzionalità e chiarisca un principio: chi inquina paga, ma chi applica un piano ambientale non può risponderne penalmente se attua le disposizioni previste». L’incontro è durato circa tre ore.

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti