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Calcio, la mamma del bambino di 10 anni insultato in Brianza: «Il clima culturale sta peggiorando»

06 Novembre 2019 - 08:09 Redazione
I genitori della Sovicese si difendono: «Nessuno ha pronunciato quell'espressione»

«Sono italiana e ho sposato un uomo di origine congolese, che ha a sua volta ottenuto la cittadinanza italiana». Si racconta così la mamma del bambino di 10 anni che domenica scorsa è stato vittima di insulti razzisti durante una partita di calcio tra l’Aurora Desio e la Sovicese, in Brianza. Offese arrivate da una mamma sugli spalti. «Non era mai successo niente di così grave prima, ma negli ultimi due anni abbiamo avvertito un peggioramento del clima culturale», racconta la mamma del bambino a Repubblica Milano. Una denuncia che è arrivata dalla stessa società di calcio, l’Aurora Desio, che sulla sua pagina Facebook ha raccontato quanto accaduto a uno dei suoi giocatori. «Mamma, da una cosa così brutta ne è nata una bella. Guarda quanta solidarietà e affetto stiamo ricevendo da tante persone». Sono state queste le parole del figlio a seguito dell’attenzione mediatica che ha ricevuto il caso. «Non ho alcun desiderio di rivalsa nei confronti della donna che ha insultato il mio bambino e anzi mi spiace per gli insulti che le stanno rivolgendo sui social. Non pretendo scuse, ma spero che questa eco mediatica la faccia riflettere», chiarisce la mamma.

Ma i genitori sotto accusa, quelli della Sovicese, raccontano un’altra storia: «Li abbiamo rintracciati tutti e garantiscono di non aver pronunciato né sentito quell’espressione — spiega Gaspare Viganò, direttore generale della Sovicese — Anzi, hanno detto che se continueranno a sentirsi accusati denunceranno per diffamazione l’Aurora Desio». Sempre sulle pagine di un giornale locale, il Corriere di Milano, la mamma racconta che il bambino non si è sentito turbato dall’episodio: «Ha reagito in maniera positiva. Ha capito di non essere lui quelli in torto». E per solidarietà la società dell’Aurora Desio sta organizzando un fine settimana anti razzista dove «I capitani delle nostre squadre indosseranno una fascia con la scritta “Capitano antirazzismo” ed esporremo striscioni con la frase «Var Vietato ai Razzisti», oltre a dipingere strisce nere sui volti dei giocatori», dichiara il dg del settore giovanile Alessandro Crisafulli.

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