Cori razzisti, il governo contro “l’alibi da stadio”. Spadafora: «Sanzioni più pesanti contro il tifo violento»
«Intendo farmi promotore di interventi normativi che ribadiscano come, nel nostro sistema giuridico, non esista una “esimente da stadio” per i comportamenti ingiuriosi e diffamatori, soprattutto se a sfondo razziale». Il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora ha risposto a una interrogazione alla Camera, su richiesta di Leu e di Nicola Fratoianni, in merito alle iniziative per prevenire e contrastare episodi di razzismo negli stadi. «Il governo può solo auspicare che la Figc approvi norme più restrittive – ha dichiarato Spadafora – e che insista sulla corretta applicazione delle normative da parte degli organi della giustizia sportiva, come avvenuto in questo caso». L’intervento del ministro Spadafora si è reso necessario a seguito degli episodi di violenza e intolleranza avvenuti nel weekend tra il 2 e il 3 novembre. Da una parte i cori razzisti partiti dalla curva Sud dello Stadio Bentegodi di Verona contro Mario Balotelli; dall’altra, le offese contro un bambino di dieci anni in Brianza durante una partita di Pulcini tra l’Aurora Desio e la Sovicese. «Quello che è successo questo weekend dimostra come ciò che succede negli Stadi maggiori trovi eco anche nelle manifestazioni sportive più piccole», ha detto il ministro 5stelle in Aula, dichiarando di aver subito espresso solidarietà alla squadra dei Pulcini e di aver chiamato il presidente della Figc per iniziare un programma di cooperazione.
Gli interventi
Stando alle competenze del suo Ministero, Spadafora ha avanzato due proposte per arginare episodi di questo tipo intervenendo: «Bisogna incoraggiare il tifo virtuoso e incentivare comportamento positivo da parte dei veri tifosi, tutelando coloro che si dissociano e introducendo attenuanti per chi sbaglia e collabora con le forze dell’ordine». «Il Codice aggiornato a cui stiamo lavorando prevede anche una serie di nuove disposizioni», ha aggiunto il Ministro, chiamando in causa il ruolo dell’Istituto di Gradimento, lo strumento che permette alle società di espellere persone che risultino “non gradite” ai sensi del Codice. «Vanno prescritte sanzioni per i club che non applicano l’Istituto del gradimento, espellendo dagli stadi chi ha atteggiamenti intolleranti e violenti». «Attualmente è al vaglio del Senato il disegno di legge di ratifica della convenzione del Consiglio d’Europa (A.S. 1510), già approvato dalla Camera dei Deputati, su “un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi” – ha aggiunto – approvata dagli Stati membri a Saint-Denis il 3 luglio 2016 (Convenzione nr. 218)».
Lamorgese: «Questa stagione 18 denunce per violazione della Legge Mancino»
Uno degli episodi che ha fatto più discutere è stata sicuramente la posizione del capo Ultrà dell’Hellas Verona, Luca Castellini, che ha descritto Balotelli «non del tutto italiano» per via del colore della sua pelle. Anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha preso parte all’interrogazione alla Camera: «Il mondo del calcio purtroppo non è nuovo a fatti del genere, non di rado improntati al razzismo. Per quanto riguarda la violazione della Legge Mancino, si sono già verificati 15 episodi nella presente stagione, e gli sviluppi investigativi hanno permesso di deferire all’autorità giudiziaria 18 persone». «Bisogna attuare misure di collaborazione con le Società di calcio e con le forze dell’ordine – ha aggiunto Lamorgese, insistendo sulle opportunità di riattivare la commissione di studio nell’ambito dell’osservatorio sportivo per iniziare u’analisi dei diversi episodi».
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