“Genitore 1 – Genitore 2”. Chi c’è all’origine del meme «Io sono Giorgia» sul discorso della Meloni
In questi giorni è ovunque. Basta cercare su qualsiasi social #iosonogiorgia e si viene inondati dal remix del discorso di Giorgia Meloni, ballato in ogni contesto. Notevoli i video con Rihanna e quello con i Teletubbies. Tanto virale che anche Gazzelle ha deciso di farne una canzone.
Spesso, quando un meme diventa così noto, si perde la sua origine. Eppure, in questo caso, trovarla non è stato così difficile. A creare la colonna sonora dei social di questa settimana è stato il duo MEM & J. E a fare tutto non ci hanno messo più di un’ora.
Come è nata l’idea di creare un remix con la voce di Giorgia Meloni?
«È successo davvero per caso. Abbiamo pensato “Perchè non fare dire alla Meloni qualcosa di Pro Gay?”. Abbiamo mandato qualche audio al gruppo Whatsapp del Toilet, un locale gay friendly di Milano. Nel giro di un’ora la canzone era fatta».
Quando l’avete diffuso?
«L’abbiamo pubblicato sabato sera scorso, il 2 novembre. Il boom è arrivato la domenica, quando è giunto nelle mani di Tommaso Zorzi. Da lì è salito esponenzialmente. Il nostro video su YouTube è arrivato prima a 500mila visualizzazioni e poi è passato a un milione».
Quel remix è stato ripubblicato anche da Daniela Santachè e dalla stessa Meloni. Non c’è il rischio che diventi un boomerang?
«Io penso che lo canteremo tutti al prossimo Gay Pride. Quello condiviso dalla Meloni è un remix molto più soft. Le persone intelligenti hanno capito cosa volevamo dire».
Meloni con canzoni come Rubala! o Ollolanda si presta spesso a operazioni di questo tipo. Secondo te come mai?
«Ha un modo di parlare molto cadenzato, molto ritmato. In questi remix di solito gli audio si spezzettano, si tagliano per beccare la battuta, il colpo di cassa giusto. Con lei è stato fatto solo in minima parte».
Lo avete già provato a metterle in discoteca?
«Prima di pubblicarlo lo abbiamo fatto ascoltare in una serata al Toilet. Quando l’abbiamo mandato è stato spiazzante. Hanno alzato tutti i cellulari per fare video. Loro conoscevano già il discorso della Meloni e hanno capito l’operazione fatta. Ci hanno aiutato a diffonderlo».
L’audio si sta diffondendo ma in pochi riconoscono che è stato fatto da voi. Vi dà fastidio?
«Chi ricondivide potrebbe prestare attenzione a questa cosa. Tante pagine prima hanno diffuso il video e poi, quando glielo abbiamo fatto notare, ci hanno taggato. Ma in fondo ci basta che si sparga il messaggio. Non ci interessa tanto la popolarità, non abbiamo monetizzato nemmeno il video su YouTube».