ArcelorMittal, i sindacati dopo il vertice col governo: «Situazione disperata». Emiliano: «Serve minaccia di richiesta di risarcimento»
È terminato poco dopo le 21.30 il vertice a Palazzo Chigi sull’ex Ilva tra il premier Giuseppe Conte, gli enti locali e i sindacati.
«Chiediamo di ripartire dalla necessità – dice Marco Bentivogli di Fim – che ArcelorMittal rispetti i suoi impegni e che il governo sia garante di questi accordi. La situazione è ormai disperata».
Tra i primi a parlare al termine del vertice, anche il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano secondo cui «bisogna minacciare Mittal con un’azione di risarcimento che se la ricordano per tutta la vita».
«Se la smettiamo di darci le colpe gli uni con gli altri – ha commentato il governatore – se attacchiamo frontalmente chi sta mancando di rispetto all’Italia, l’azienda avrà timore di andare incontro all’ostilità».
«Siamo compatti nel sostenere il governo – ha concluso Emiliano -. Mittal deve capire che sfilarsi dal contratto potrebbe essere un errore che pagherebbe caro».
«Al tavolo di palazzo Chigi nessuno ha parlato di nazionalizzazione», ha detto invece la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, riferendosi all’ipotesi espressa dalla ministra delle Infrastrutture De Micheli che in serata ha detto: «Per risolvere il caso Ilva come governo siamo pronti a tutto, siamo aperti anche alla nazionalizzazione» dell’azienda in caso di rottura delle trattative con ArcelorMittal.
Stessa conferma arriva dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: «Nessuno ha parlato di nazionalizzazione. Il sistema Paese è compatto in questa battaglia – ha detto Landini – tra le ipotesi in discussione c’è anche quella di un ingresso di Cassa depositi e prestiti».
«Non c’è un piano B né delle lettere di tutto l’alfabeto» ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, secondo cui occorre «impedire» ad ArcelorMittal di lasciare Taranto e di non rispettare gli accordi.
E rispetto all’ipotesi di nazionalizzazione degli stabilimenti, il leader della Uil ha commentato: «I francesi hanno sempre il 15-20% nelle imprese strategiche, noi facciamo di tutto per renderci la vita difficile».
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