Facciamo quattro salti nel dark web, il lato oscuro della rete. Voi a casa non fatelo
Recentemente la Guardia di Finanza è riuscita a chiudere un negozio online ritenuto «la risorsa illegale più affidabile del dark web». Parliamo quindi del lato oscuro della rete, inaccessibile se non si seguono determinati percorsi.
Chi vi opera inoltre riesce a proteggere la propria identità, ma solo fino a un certo punto. Ricordiamo per esempio il caso del terrorista maldestro Gurtej Randhawa che nel 2017 comprò nel dark web una bomba artigianale, ricevendola a casa, assieme agli agenti della National Crime Agency britannica.
Sappiatelo: entrare nel dark web non garantisce l’anonimato al 100%, qualche traccia prima o poi si lascia sempre e chi di dovere saprà coglierla.
«Essere perfettamente anonimi online non è facile come molti pensano – spiega Paolo Attivissimo raccontando l’episodio – Prima o poi si commette qualche errore che rivela la propria identità».
Dove non arrivano Google, e gli altri browser
Quando navighiamo col nostro browser (Chrome, Safari, Firefox, eccetera) abbiamo accesso a una parte del web, che pure ci sembra gigantesca. Da quando Tim Berners-Lee inventò il World Wide Web presso il Cern nel 1989, il numero di siti accessibili a tutti supera ormai il miliardo.
Oltre questa facciata abbiamo il dark web. Apposite reti come Tor possono farci accedere a siti che non potrebbero altrimenti essere raggiunti, nemmeno sui motori di ricerca che usiamo normalmente. Nel dark web trovare i siti diventa meno facile, ma non impossibile.
Attenzione a non confondere il dark col deep web. Se decidiamo di visitare il sito della nostra biblioteca, della banca o delle Poste, molto probabilmente ci troveremo a dover compilare dei form, che ci permetteranno di accedere a determinate a pagine del sito altrimenti irraggiungibili mediante un motore di ricerca. Si tratta infatti di attingere dai database di questi siti, raramente quindi ci troveremo a fare qualcosa di losco.
Breve guida a Tor
Anche entrare nel “web oscuro” non è necessariamente un atto illecito, anzi potrebbe rivelarsi uno strumento importante, specialmente se ci si trova in Stati dove la libera opinione non è particolarmente rispettata.
Oppure possiamo accedere a contenuti importanti che per ragioni di privacy qualcuno preferisce non rendere pubblici. Un Tor browser è il miglior modo per accedervi. In questo Mondo possiamo anche crearci una casella di posta elettronica e fare acquisti usando la moneta del dark web per antonomasia: il Bitcoin.
Il “dominio di primo livello” dei siti del dark web è “.onion”, ogni computer che si collega alla rete Tor diventa così un nodo attraverso cui circolano i pacchetti di informazione di tutti gli altri naviganti.
Quindi per risalire a quel che stiamo facendo occorre prima passare per una fila di altri computer sparsi nel Mondo, senza contare che si tratta sempre di dati protetti dalla crittografia. Questo rende il dark web un terreno ideale anche per allestire attività commerciali illecite.
Si narra che i più scaltri riescano persino ad acquistare armi o assoldare dei killer, ma per la natura stessa di questo mondo non è possibile capire fino a che punto tali storie siano reali, ci basti sapere però che sono plausibili.
In generale la fregatura è sempre dietro l’angolo. Se dopo aver pagato il pacco non arriva, non è possibile ottenere un risarcimento, anche se si tratta di merci perfettamente legali.
La porta di accesso più consigliata ai siti del dark web è la sua enciclopedia online: The Hidden Wiki (se cliccate con un normale browser ovviamente non sarete in grado di accedervi), che fornisce diverse directory, ovvero elenchi di siti catalogati sulla base dei loro servizi.
I più sprovveduti possono anche rivolgersi a delle chat room – rigorosamente anonime – dove chiedere indirizzi del web oscuro a chissà chi. Se non fornite i vostri dati personali e non chiedete cose illegali può essere un’esperienza interessante, ma sconsigliamo di farne un’abitudine.