A Bolzano manifesti razzisti contro i dottori italiani. Sul cadavere la scritta: «Il medico non parlava il tedesco»
Un cadavere su un lettino dell’obitorio e la scritta «Il medico non parlava tedesco», questi i manifesti diffusi a Bolzano dal partito separatista Suedtiroler Freiheit che chiede la separazione dell’Alto Adige dall’Italia e dunque il ricongiungimento all’Austria.
Appeso al dito c’è anche un cartellino con su scritto: «Qui muore il diritto all’uso della madrelingua»; sotto, invece, si legge: «Per capire e curare i pazienti, i medici del Sudtirol devono essere in grado di parlare tedesco. Lottiamo per i tuoi diritti».
Un attacco chiaro e forte ai medici italiani che lavorano nelle strutture sanitarie del Sudtirol e che, però, non sarebbero in grado di rapportarsi con la maggioranza della popolazione, di lingua tedesca.
Sia l’Ordine nazionale dei medici che il M5s della provincia di Bolzano hanno presentato un esposto in Procura.
«Quel manifesto fa passare un messaggio pessimo: allarmistico per i cittadini, offensivo per i medici e, soprattutto, lesivo per il rapporto di fiducia che è alla base della relazione di cura: va ritirato, e subito» ha detto il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli. «Un chiaro incitamento all’odio razziale», lo ha definito Diego Nicolini del M5s di Bolzano.
Questa la nota di Suedtiroler Freiheit: «Se il medico non capisce il paziente e viceversa, può portare a situazioni pericolose. Il settore sanitario in particolare è un’area molto delicata in cui si desidera comunicare nella propria lingua madre. Molti cittadini non possono comunque fare molto con la terminologia medica, figuriamoci in una lingua straniera. La salute è meno importante nella logica dell’Italia. Questo è razzismo aperto e una palese violazione dello Statuto di autonomia».
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