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Alessandria, bimba nera discriminata sull’autobus: «No no, qui non ti siedi»

08 Novembre 2019 - 11:40 Redazione
A denunciare l’episodio, su Facebook, la consigliera dem Vittoria Oneto, che si chiede «È questo quello che siamo? È questo quello che vogliamo essere? Io non voglio crederci»

«No no, qui non ti siedi». Con queste parole una donna di circa 60 anni si sarebbe rivolta a una bambina nera di circa 7 anni, salita sul bus assieme alla mamma, che aveva espresso il desiderio di sedersi. L’episodio, denunciato su Facebook dalla consigliera comunale dem Vittoria Oneto, sarebbe avvenuto lo scorso 6 ottobre ad Alessandria. «Alabama 1955? No, Alessandria 2019 – racconta Oneto – Salgono una mamma con due bambini. Lei si appoggia in uno spazio largo col passeggino e la bambina di circa 7 anni prova a sedersi in un posto vicino ad una signora di circa 60 anni che aveva appoggiato la sua borsa della spesa sul sedile. La signora guarda la bambina e le dice: “No no, tu qui non ti siedi!”». Il racconto della consigliera prosegue: «Io dico alla donna di spostare la borsa e di fare sedere la bambina, ma lei insiste e mi dice in modo arrogante di farmi gli affari miei. Peccato, hai trovato la persona sbagliata. La madre della piccola non dice nulla e guarda a terra. A quel punto alzo la voce sempre di più e le intimo in malo modo di fare sedere immediatamente la bambina e di vergognarsi con tutto il fiato che avevo in gola».

«La signora a quel punto la fa sedere, ma continua a borbottare e a guardare schifata la bambina. Tutte le persone sull’autobus mi guardano in parte compiaciute, in parte no ma nessuno osa dire nulla. Secondo voi di che colore aveva la pelle quella bambina? Sì proprio così», prosegue Vittoria Oneto. La consigliera infine conclude la sua testimonianza: «Sono scesa dall’autobus e ho pianto – ha scritto -. Per il nervoso, per la tristezza per il senso di sconfitta che ho provato e provo. Come se questi giorni non fossero già dolorosi. È questo quello che siamo? È questo quello che vogliamo essere? Io non voglio crederci». Sotto al post di denuncia in molti han ringraziato la consigliera Oneto, ma altri mettono in dubbio il suo racconto, sostenendo sia stato un episodio inventato.

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