In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ESTERIBrasileInchiesteLuiz Inácio Lula da Silva

Brasile, l’ex presidente Lula è libero. Il giudice accetta la richiesta della difesa

08 Novembre 2019 - 20:37 Redazione
La prima cosa che Luiz Inacio Lula ha detto di voler fare, uscito dal carcere, è risposarsi

L’ex presidente brasiliano Lula è tornato libero. Il giudice Danilo Pereira Jr, del tribunale penale federale di Curitiba, ha accolto la richiesta della difesa del politico per la sua scarcerazione e lo ha autorizzato a lasciare la prigione di Curitiba, dove sta scontando la sua pena dall’aprile del 2018. Pereira Jr. sta sostituendo Carolina Lebbos, alla quale si erano rivolti i legali dell’ex capo dello Stato subito dopo la decisione presa la notte scorsa dalla Corte suprema, che per 6 voti favorevoli e 5 contrari ha stabilito che un imputato possa essere privato della libertà solo dopo aver esaurito tutti i ricorsi possibili. Lebbos, che è la responsabile per l’esecuzione della sentenza di Lula, si trova attualmente in ferie.

La prima cosa che Luiz Inacio da Silva (detto “Lula”) ha detto di voler fare, uscito dal carcere, è risposarsi. Ancora amatissimo dai brasiliani, Lula, 73 anni, lo aveva fatto sapere a maggio scorso, quando era ancora lontana la sentenza della Corte Suprema che stabilisce l’indispensabilità di tutti i gradi di giudizio per poter tenere un uomo in prigione. «E’ innamorato, e la prima cosa che ha intenzione di fare è sposarsi», aveva scritto su Facebook Luiz Carlos Bresser-Pereira, suo ex ministro, che lo andò a trovare nel penitenziario di Curitiba. La futura sposa sarebbe, secondo quanto riporta il settimanale online Epoca, Rosangela da Silva, sociologa 40 enne, quasi la stessa età di Maria Leticia, la 43enne che Lula porto’ per prima sull’altare e che morì nel febbraio del 2017.

L’ex presidente brasiliano è oggi una icona della sinistra nel Paese guidato da Jair Bolsonaro, e forse l’uomo più temuto dall’attuale capo dello Stato. Le due condanne per corruzione e riciclaggio, una a 8 anni e l’altra a 12, non sono bastate a far dimenticare ai brasiliani gli anni in cui “Lula” (nomignolo che utilizzava fin da quando era sindacalista dei metallurgici: dal 1975 e per quasi tutti gli anni Ottanta, in piena dittatura, sfidò da capo del sindacato i militari al potere organizzando scioperi poderosi) ha guidato la più grande potenza dell’America Latina dal 2003 al 2010. Leader indiscusso del Partito dei lavoratori, da lui co-fondato, Lula conquistò la presidenza con un programma di economia sociale che, secondo le stime ufficiali, ha sottratto 29 milioni di persone alla povertà. Quando lasciò il potere aveva un tasso di popolarità superiore all’80%, del quale beneficiò Dilma Roussef, la compagna di partito che a lui successe alla carica di presidente.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti