Manuel Bortuzzo, il ricordo doloroso dopo la sparatoria: «Per tre giorni in coma, risvegliarmi era già tanto»
«Molte persone in quei giorni mi hanno detto “non camminerai più”. Tu puoi anche dirlo, ma non dirmelo così. Meglio dire: “non ti abbattere, tu provaci”. Io voglio fare tutto quello che è possibile per rinascere», così Manuel Bortuzzo, il nuotatore vittima di uno sparo che gli ha cambiato la vita facendolo finire su una sedia a rotelle, in occasione della presentazione del suo libro Rinascere, edito da Rizzoli. «Vincere le Olimpiadi o vincere questa battaglia – ha spiegato – richiede lo stesso sacrificio. Non si deve illudere ma a un ragazzo di venti anni che ha la vita davanti… dire così…». Ora il suo obiettivo «è avere sempre quella voglia di fare, di non darsi mai per vinto, portare avanti i miei sogni, quindi mi auguro di rimanere quello che sono adesso». Lui che non si è mai accanito contro i suoi aggressori, contro coloro che gli hanno stravolto la vita: «Dopo tre giorni di coma, in cui non c’ero, non c’era nulla, già risvegliarmi ed esserci era tanto».
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