Il proprietario del cascinale ha confessato: «Sono stato io, ma non volevo uccidere»
Giovanni Vincenti ha confessato: è stato lui a provocare l’esplosione nella cascina di Alessandria che è costata la vita a tre vigili del fuoco, ma ha anche detto che la sua intenzione non era quella di uccidere. Lo ha dichiarato il procuratore Enrico Cieri nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, 9 novembre.
Gli inquirenti hanno confermato dunque che l’uomo fermato dai carabinieri nella notte è il proprietario della cascina di Quargnento, in provincia di Alessandria. Cieri ha spiegato che Vincenti aveva progettato l’esplosione – aiutato dalla moglie (anche lei indagata) nella preparazione delle bombole – al fine di poter riscuotere il premio dell’assicurazione, in quanto fortemente indebitato con le banche.
Nella casa di Vincenti, sul comò della camera da letto, è stato trovato il foglio di istruzioni del timer che ha provocato l’esplosione.
«Il timer era stato settato all’1.30 ma accidentalmente c’era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco», ha spiegato il procuratore. L’esplosione dunque doveva essere una sola, ma l’errore nella programmazione del timer, collegato alle bombole del gas, ha provocato la tragedia.
L’uomo è accusato di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie. Per quanto riguarda la posizione del figlio di Vincenti, il pm non ha voluto commentare.
Il lungo interrogatorio nella notte
La notizia del fermo è arrivata alle ore 2.29 dopo più di cinque ore di interrogatorio a cui ha preso parte anche l’avvocato di Vincenti, cosa che ha subito fatto pensare che l’uomo fosse indagato.
Nella notte gli inquirenti non hanno dato conferme sull’identità del fermato, ma l’ipotesi più probabile era proprio quella che fosse il proprietario della casina.
Ora gli inquirenti hanno fatto sapere che l’uomo ha confessato nella notte, ma ha assicurato che la sua intenzione non era quella di uccidere, ma di riscuotere il premio assicurativo visto per pagare i debiti che aveva con le banche.
I funerali
La svolta nelle indagini è arrivata a poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. «Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli», è stato l’appello che i parenti delle tre vittime hanno rivolto nell’occasione al presidente del Consiglio.
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