Le ombre sui rapporti tra Lega e ArcelorMittal, Rixi: «Avevamo bond, ma dismessi nel 2015». L’accusa: «I veri favori all’azienda? Dal M5s»
Nei giorni più difficili e tesi per i rapporti tra governo e ArcelorMittal, il Movimento 5 Stelle insiste sulla vicenda dei 300 mila euro di bond investiti dalla Lega nell’azienda. Agli ex alleati di governo risponde direttamente il Carroccio, che smentisce ogni conflitto di interessi sul caso ex Ilva e minaccia le prime querele.
«Io non sapevo niente di questi bond, ne ho appreso l’esistenza da Stefano Buffagni (il viceministro M5S allo Sviluppo economico, ndr) quando nei giorni scorsi l’ha scritto sui social», dice al Corriere della Sera il deputato leghista Edoardo Rixi, attualmente responsabile nazionale delle Infrastrutture e viceministro ai trasporti durante il Conte I.
Il viceministro pentastellato aveva pubblicato uno video su Facebook lo scorso 7 novembre, durante il quale menzionava un finanziamento di un bond da circa 300mila partito dalla Lega verso ArcelorMittal. A tal proposito, Rixi è stato poi accusato di essere lo sponsor in italia della multinazionale dimissionaria ( «È vero che stanno già partendo le querele. Come per la faccenda dei bond…»).
Rixi ha affermato che i bond acquistati dalla lega nel 2011 sono stati dismessi nel 2015 ( «Un investimento ereditato dalla vecchia gestione e realizzato in anni in cui Mittal non stava neppure in Italia»). Il responsabile leghista ha ammesso di aver avuto recenti contatti con i vertici dell’azienda francoindiana, ma solo per avere notizie in merito alla gravità della situazione degli operai.
Già Matteo Salvini aveva replicato agli ex alleati che la Lega ha scelto di stare dalla parte di ArcelorMittal «solo perché vogliamo un’Italia competitiva», e «non perché abbiamo i bond o le azioni di tizio o di caio».
«La verità è che un bel favore a Mittal l’hanno fatto i Cinque Stelle, non la
Lega!», ha detto Rixi. E rilancia le accuse contro l’ex ministra per il Sud pentastellata Barbara Lezzi: «I due emendamenti presentati due settimane fa dall’ex ministra Lezzi io temo fossero proprio concordati con Arcelor. Il primo: quello che ha tolto lo scudo penale, fornendo l’alibi all’azienda per andarsene. Il secondo, per fortuna poi bocciato: 300 milioni di euro all’anno fino al 2027 da affidare al commissario straordinario. Guarda un po’, la cifra necessaria per assumere i 5mila esuberi chiesti da Mittal».
Leggi anche:
- Ex Ilva, scontro tra Confindustria e i sindacati sugli esuberi. Di Maio: no allo scudo penale
- Ex Ilva, Fico: «Mittal irresponsabile, nazionalizzazione è una possibile soluzione»
- Conte a Taranto torna a fare “l’avvocato del popolo”: «Se azienda va via, sarà dura battaglia legale»
- Conto alla rovescia: il governo ha ancora undici settimane di vita. O tre anni e mezzo
- Nazionalizzare l’ex Ilva: ipotesi che divide governo e sindacati. Ma è davvero possibile?
- ArcelorMittal, l’altolà di Di Maio a Renzi: «Se cominciamo con gli sgambetti, Italia Viva è quella che ha da perdere di più»