Ex Ilva, la lettera-appello di Conte ai ministri: «Presentate proposte: serve un piano per Taranto»
Il messaggio è rivolto al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: «Ti invito a presentare proposte, progetti, soluzioni» per Taranto. Ma la lettera che Giuseppe Conte ha scritto al suo ministro assume valore universale: è l’intero governo che deve adoperarsi, senza divisioni, per risolvere la crisi dell’ex Ilva. Solo «attraverso politiche coordinate e sinergiche che coinvolgano tutti gli attori istituzionali – si può dare – ristoro a una comunità ferita».
L’appello alla collaborazione lanciato dal presidente del Consiglio e pubblicato su Repubblica cela un certo timore. «La causa legale del secolo», come l’ha definita Conte, potrebbe fare il solletico a una multinazionale del peso specifico di ArcelorMittal. Per questo serve remare nella stessa direzione, per trovare un’alternativa che esuli dalle sentenze dei giudici.
Il testo della lettera
«Gentile ministro, durante la mia recente visita a Taranto, ho potuto constatare come la vicenda dello stabilimento industriale ex Ilva costituisca solo un aspetto, seppure di assoluto rilievo, di una più generale situazione emergenziale in cui versa la città e la sua popolazione. Il rilancio dell’intera area necessita di un approccio globale e di lungo periodo. La politica deve assumersi la responsabilità di misurarsi con una sfida complessa, che coinvolge valori primari di rango costituzionale, quali il lavoro, la salute e l’ambiente, tutti meritevoli della massima tutela, senza che la difesa dell’uno possa sacrificare gli altri».
«Per questo, reputo necessario aprire un “Cantiere Taranto”, all’interno del quale definire un piano strategico, che offra ristoro alla comunità ferita e che, per il rilancio del territorio, ponga in essere tutti gli strumenti utili per attrarre investimenti, favorire l’occupazione e avviare la riconversione ambientale. I processi di ristrutturazione o riconversione del tessuto industriale e delle infrastrutture di una determinata area geografica – come dimostrano alcune esperienze in Italia e in Europa – si portano a compimento solo attraverso politiche coordinate e sinergiche, che coinvolgano tutti gli attori istituzionali – in primis il Governo -, le associazioni di categoria, i comitati locali e tutte le forze produttive del Paese».
«A tal fine, in vista del prossimo Consiglio dei ministri di giovedì 14 novembre, ti invito, nell’ambito delle competenze del tuo dicastero, ad elaborare e, ove fossi nella condizione, a presentare proposte, progetti, soluzioni normative o misure specifiche, sui quali avviare, in quella sede, un primo scambio di idee. La discussione potrà quindi proseguire all’interno della cabina di regia che ho intenzione di istituire con l’obiettivo di prevenire, con urgenza, a soluzioni eque e sostenibili».
«Al riguardo, ti anticipo che il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, mi ha comunicato l’intenzione di promuovere un intervento organico per il rilancio dell’Arsenale, mentre il ministro per l’Innovazione, Paola Pisano, mi ha rappresentato la volontà di realizzare un progetto di ampio respiro, affinché Taranto possa diventare la prima città italiana interamente digitalizzata. Confidando nella tua collaborazione, ti ringrazio fin d’ora per il contributo che potrai offrire alla definizione di un progetto che considero prioritario per l’azione di governo».
Le crepe nella maggioranza
Italia Viva ha fatto la sua mossa, l’11 novembre, presentando due emendamenti che ripristinerebbero lo scudo penale: non bisogna dare alibi ai Mittal. Saranno probabilmente dichiarati inammissibili, il Movimento 5 stelle ha lottato per la rimozione dello scudo. E il Partito democratico? È soprattutto Nicola Zingaretti l’uomo da rassicurare: l’alleanza con i grillini è nata sì per congelare l’aumento dell’Iva, ma anche per fermare l’avanzata del sovranismo. E senza soluzioni per Taranto, con le elezioni in Emilia-Romagna alle porte, il rischio è di arrivare alle urne servendo a Matteo Salvini e Giorgia Meloni una vittoria schiacciante.
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