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Siena, 2 arresti tra i 12 estremisti di destra indagati. Volevano far esplodere una moschea

12 Novembre 2019 - 19:30 Redazione
Gli indagati avrebbero progettato, salvo poi rinunciare, di far esplodere il luogo di culto islamico di Colle Val d'Elsa ipotizzando di far saltare la condotta del gas

Sono due gli uomini arrestati a margine dell’operazione della polizia di di Firenze e Siena, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 12 persone appartenenti agli ambienti dell’estremismo di destra. Gli uomini sono indagati per detenzione abusiva di armi correlata alla costituzione di un’associazione con finalità eversiva.

Le due persone arrestate per detenzione illecita di esplosivo e di parte di ordigni bellici sono Andrea Chesi, bancario di 60anni segretario locale del Movimento Idea Sociale e nostalgico del nazismo, e il figlio 22enne Yuri Chesi. Chesi Sr è ritenuto dagli inquirenti un elemento di spicco nell’ambito dell’operazione.

Durante l’intera giornata gli uomini delle Digos, in collaborazione con gli artificieri, hanno eseguito numerose perquisizioni ad abitazioni e uffici in provincia di Siena. Notevole la quantità di materiale esplosivo sequestrato dagli appartamenti, uffici e magazzini. Il materiale dovrà essere ora attentamente analizzato.

Le indagini degli inquirenti

I dodici indagati, che non risulterebbero avere precedenti, avrebbero inneggiato all’odio razziale e al fascismo. Da quanto appreso, le indagini sarebbero partite da alcune conversazioni intercettate dagli investigatori della Digos di Firenze e Siena sui social, proseguendo poi con accertamenti anche di diversa natura.

Gli indagati avrebbero progettato, salvo poi rinunciare, di far esplodere la moschea di Colle Val d’Elsa (Siena) ipotizzando di far saltare la condotta del gas. Tuttavia avrebbero desistito temendo di esser scoperti dalla polizia. «Aveva già portato le mappe, gli si voleva far saltare il coso col gas così saltava tutto», si sente dire in un’intercettazione.

Poi il progetto sarebbe stato bloccato. In un’altra intercettazione, infatti, gli indagati sembrano far intendere di temere di essere scoperti: «Fermi ragazzi fermi, fermi tutti, come ci si muove siamo guardati a vista», avrebbero detto.

Foto: Polizia di Stato

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