Ancora tensioni a Gaza: in due giorni morti 22 palestinesi in raid israeliani
Secondo giorno di tensioni tra gruppi radicali palestinesi e esercito israeliano. Nella notte tra il 12 e il 13 novembre, in un nuovo raid aereo di Israele nella Striscia di Gaza un palestinese è stato ucciso e altri due sono stati feriti. La Jihad islamica palestinese (Pij) ha identificato le ultime due vittime con il 38enne Khaled Faraj, un comandante dell’organizzazione nella divisione centrale, e Alaa Jabar Ashtivi, un altro capo militare. Le prime ore della mattina del 13 novembre, il bilancio totale delle vittime palestinesi dall’uccisione del comandante militare della Jihad islamica nella Striscia Baha Abu al-Ata (avvenuta tra l’11 e il 12 novembre), era di 16 morti e 45 feriti. Ma i numeri sono destinati a salire: già alle 12:00, ora italiana, il ministero della Salute della Striscia ha annunciato che i morti sono diventati 22 e i feriti 70. Il portavoce militare di Tel Aviv ha dichiarato che «Una squadra di terroristi che da Gaza lanciavano razzi verso Israele è stata attaccata stamane nella striscia di Gaza da un velivolo militare». I missili erano stati lanciati dopo l’operazione mirata di Israele contro al-Ata. «Il bersaglio – ha aggiunto – è stato colpito».
Le sirene che avvertono la presenza di missili sono suonate di nuovo nella mattinata di oggi 13 novembre nel centro e nel sud di Israele, dopo una notte di relativa calma. L’allarme è scattato a Latrun, tra Tel Aviv e Gerusalemme, a Kerem Shalom, al confine con la Striscia di Gaza e l’Egitto, e a Nahal Oz, a nord della Palestina. La Croce rossa israeliana ha riferito che, dall’inizio dell’escalation, 49 israeliani hanno ricevuto cure mediche, 23 dei quali sono inciampati mentre cercavano di raggiungere i rifugi. Due sono rimasti lievemente feriti dalle schegge di un razzo. Resta grave invece la bimba di 8 anni, vittima di infarto mentre si trovava in un rifugio.
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