Di Maio contro le fronde interne: «Chi davanti a Venezia e Ilva preferisce guardarsi gli affari suoi, conosce la strada»
Una lettera, un lungo post su Facebook che parla di Venezia e Ilva. Ma, soprattutto, un modo per dire ai tanti critici interni al Movimento che in queste ore affilano le lame (almeno stando ai retroscena) che non è questo il momento per discutere di ruoli e «ego».
Luigi Di Maio è durissimo nel post pubblicato da pochi minuti sulla sua pagina social: «L’Italia sta vivendo ore drammatiche, Venezia sta vivendo ore drammatiche. Famiglie, imprese, aziende travolte. Questo è il momento di stare vicino ai veneti, ma non possiamo far finta di non vedere che qualcuno ha delle colpe e chi ce le ha deve pagare. Non possono essere sempre i cittadini a pagare il conto degli errori politici».
Il leader del Movimento difende anche la scelta di mandare avanti il cantiere Mose, che pure alcune frange ambientaliste interne al M5s contestano: «Promuovi opere pubbliche come il Mose, nate già vecchie e infarcite di tangenti e corruzione? Questo è l’effetto. Un’opera fermata dalla magistratura per indagini su indagini e che ora, benché non sia la migliore soluzione possibile, va terminata al più presto per proteggere Venezia subito. Se Venezia non ha, nel 2019, nemmeno un minimo di protezione, la responsabilità è di quella classe politica che si è permessa di lucrare e speculare. Questa è la verità e la dobbiamo dire».
Anche su Ilva il capo politico tiene il punto: «L’Ilva ne è un altro esempio. Gli ex proprietari, i Riva, hanno finanziato le campagne elettorali di partiti da destra a sinistra, e ne hanno ottenuto in cambio decreti Salva Ilva come se piovesse, sempre rigorosamente fregandosene dell’ambiente e della salute dei cittadini di Taranto. Come Movimento eravamo riusciti a garantire tutti i posti di lavoro e avevamo ottenuto un piano ambientale rigoroso, grazie al quale sono stati già coperti in gran parte i parchi di polveri di ferro che ammantano la città di rosso. Ovviamente questa non è la soluzione definitiva, ma era quell’inizio di percorso che non era mai stato nemmeno ipotizzato e che ora rischia di saltare. Noi non lo permetteremo».
Ma appunto, i casi specifici sono elementi di un discorso più generale. E la linea del capo è chiara: litighiamo, ma non mentre Venezia affonda e l’Ilva chiude: «In un momento difficile per tutti e per il Paese, vedo che c’è qualcuno più interessato ad alzare polemiche inutili sul Movimento, qualcuno che presta il fianco a una stampa che ci ha sempre disprezzato, che lo fa rincorrendo il suo ego, la propria visibilità, disinteressandosi di tutto quel che sta accadendo intorno a noi».
«Lo dico chiaramente: qui nel Movimento 5 stelle si lavora per cambiare il Paese. Chi è interessato a fare il gioco degli altri e del sistema può accomodarsi in un partito. Il Movimento è un’altra cosa».
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