Roma, arrestati 11 trafficanti: dalla Nigeria portavano donne in Italia per farle prostituire
Sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono queste le motivazioni per cui, stamattina, 14 novembre, la Squadra Mobile di Roma ha fermato 11 persone. 11 trafficanti nigeriani di donne connazionali, anche minorenni, condotte dalla Nigeria alla Capitale per essere ridotte in schiavitù e obbligate a prostituirsi.
Secondo le prime ricostruzioni della Direzione Distrettuale Antimafia e del gip di Roma, una volta sbarcate in Italia le ragazze venivano spinte ad allontanarsi dai centri d’accoglienza per raggiungere le varie “ghost mommy” che le avviavano alla prostituzione nella zona di via Togliatti, periferia est.
La tratta delle donne e i riti magici
Giovani donne, spesso giovanissime, che dalla in Nigeria attraversano il deserto per raggiungere la Libia. Un viaggio rischioso fatto su camion o bus pericolanti, per arrivare sulle coste nordafricane e imbarcarsi ancora, stavolta su barconi diretti verso l’Italia. La prima parte di un percorso infernale, che terminerà nella riduzione a schiavitù nei vari Paesi europei.
In larga misura, la motivazione che spinge queste donne a seguire i propri sfruttatori è il debito economico. In Nigeria, dove è forte la credenza negli spiriti e nei demoni, per liberarsi dalle maledizioni le donne sono disposte a pagare qualsiasi prezzo.
Non è raro che si indebitino fino al collo a causa della maledizione del “Juju”, una credenza che le spinge ad accettare il lavoro dei trafficanti per ripagare i “dottori” che, attraverso dei riti, le liberano dagli spiriti maligni.
La minaccia di una nuova maledizione incombe sulle loro teste, e i trafficanti di esseri umani nigeriani si servono delle credenze sulla magia nera per intrappolare migliaia di donne in una vita da schiave del sesso in Europa.
Come riporta un’inchiesta pubblicato da The Independent ad aprile 2011, il giuramento “Juju” le rende manipolate e completamente intrappolate: «Senza fede nelle antiche, tradizionali credenze, questa moderna forma di schiavitù non potrebbe esistere. E senza un così fiorente mercato per i loro servizi, nessuna donna nigeriana sarebbe vittima della tratta».
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