Toscana, il volantino di Azione Studentesca contro le «classi etniche»
Un volantino distribuito nelle scuole, pieno di proposte su come amministrare gli Istituti, quali feste istituire e come organizzare le classi. Soprattutto quelle multietniche, che presentano cioè una percentuale più alta di studenti di origine straniera.
Succede nella provincia di Pistoia, dove Azione Studentesca, un movimento studentesco di destra, ha proposto tra le varie cose una «lotta alle classi etniche».
Propongono la «definizione di una soglia massima di studenti privi di cittadinanza italiana per classe pari al 10%», contestando l’attuale normativa che fissa il limite al 50%, e l’«istituzione di un tavolo con il MIUR per discutere le problematiche legare alla libera iscrizione di studenti non muniti di regolare documentazione».
Le posizioni degli attivisti di Azione studentesca non sono piaciuta alla Federazione degli Studenti. Il presidente della Valdinievole, Sofian Aboulmachayl, ha detto a Open che la Fds trova la proposta «scandalosa».
«Già attualmente è presente un tetto che impone alle scuole di formare classi con al massimo componenti di alunni stranieri del 50% – ha commentato – ed il tutto è fatto per una ragione inclusiva: gli stranieri devono stare in classe con gli italiani per integrarsi meglio». Tra l’altro, se l’applicazione del tetto comporta l’esclusione di alunni dalla scuola solo per il loro non essere cittadini italiani o non italofoni, la disposizione diventa incostituzionale.
«Conosco tanti ragazzi di Azione Studentesca Pistoia e Montecatini che so essere persone molto intelligenti e di buon senso», continua Aboulmachayl. «Proprio per questo sono sicuro che molti di loro non condividano i contenuti del proprio volantino e mi auguro che invece condividano le nostre criticità e insieme a noi gridino forte che questa proposta fa schifo e che il razzismo deve stare fuori dalle scuole».
La replica
I componenti di Azione Studentesca hanno risposto alle accuse con un post su Facebook: «Tenendo molto a chiarire la questione – scrivono – precisiamo che il senso della proposta di aprire un dibattito sul tema del numero di stranieri presenti in una classe è quello di garantire da una parte agli studenti italiani di poter seguire e completare i programmi di insegnamento previsti dalla legge e dall’altro di permettere alle minoranze straniere di integrarsi con profitto nel nostro sistema scolastico, senza rimanere indietro».
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